ARCHETIPI CARMELITANI
Di
solito gli appartenenti ad un Ordine religioso o a un Movimento, per
comprendere e assimilare il loro carisma, si rifanno al proprio Fondatore e
alla sua esperienza originaria per cercarvi il particolare tipo “di
spiritualità, di vita, di apostolato, di tradizione” (cfr. MR 11) che essi
devono “custodire, approfondire e sviluppare”.
Per i carmelitani, le cose non stanno così: non ci sono dei fondatori veri e propri (anche se si conosce l’esistenza di un primitivo gruppo di eremiti che si stanziarono sul Carmelo e chiesero una “norma di vita” al Patriarca di Gerusalemme). Tuttavia da sempre vennero considerati come “Fondatori” sia il profeta Elia, che la Vergine Santa.
Bisogna precisare attentamente: non si trattò semplicemente di due devozioni particolarmente coltivate, ma della persuasione di un rapporto privilegiato, uguale a quello che gli altri istituti hanno con i loro rispettivi “Fondatori e Fondatrici”, anzi molto più intenso e impegnativo.
Venne affermata una relazione di origine, così intensa e unica e realistica che, per secoli (almeno fino al sec. XVIII), venne ritenuta da tutti i cristiani anche storicamente documentata e documentabile. E’ in questo senso che preferiamo oggi parlare d’archetipi, cioè di “modelli originari” del carisma stesso.
Per i carmelitani, le cose non stanno così: non ci sono dei fondatori veri e propri (anche se si conosce l’esistenza di un primitivo gruppo di eremiti che si stanziarono sul Carmelo e chiesero una “norma di vita” al Patriarca di Gerusalemme). Tuttavia da sempre vennero considerati come “Fondatori” sia il profeta Elia, che la Vergine Santa.
Bisogna precisare attentamente: non si trattò semplicemente di due devozioni particolarmente coltivate, ma della persuasione di un rapporto privilegiato, uguale a quello che gli altri istituti hanno con i loro rispettivi “Fondatori e Fondatrici”, anzi molto più intenso e impegnativo.
Venne affermata una relazione di origine, così intensa e unica e realistica che, per secoli (almeno fino al sec. XVIII), venne ritenuta da tutti i cristiani anche storicamente documentata e documentabile. E’ in questo senso che preferiamo oggi parlare d’archetipi, cioè di “modelli originari” del carisma stesso.
La questione ha, come
abbiamo visto, anche una componente geografica e biblico-patristica: i testi
biblici che parlano della santa montagna del Carmelo erano normalmente
commentati dai Padri della Chiesa e dagli scrittori spirituali sia in
riferimento alla Santa Vergine (tema della bellezza sponsale, paradisiaca) sia
in riferimento ad Elia (tema dell'alleanza gelosa).
Inoltre non mancava, come abbiamo visto ancora, una ricca fioritura di leggende
che legavano gli Eremiti Carmelitani sia alla figura del Profeta Elia (di cui
sarebbero stati discendenti) sia alla figura della Vergine che sul Carmelo
sarebbe stata pre-conosciuta, amata e onorata ininterrottamente fin dall’epoca
dei più antichi profeti.
Il fatto che, per secoli, siano state ritenute storiche sia la «discendenza
elianica» sia la particolare «appartenenza mariana» fa intuire quanto
profondamente questi due archetipi si siano radicati nella coscienza dei
carmelitani, formandone l’inestirpabile identità. Ma vediamo le cose più da
vicino.
Padre Antonio Maria Sicari
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