giovedì 31 ottobre 2013
PAROLA DI DIO e GESÙ “MAESTRO INTERIORE”
Soprattutto il Vangelo mi occupa durante la preghiera, in esso trovo tutto il necessario per la mia povera anima. Scopro sempre in esso luci nuove, significati nascosti e misteriosi. Capisco e so per esperienza «che il Regno di Dio è dentro di noi». Gesù non ha bisogno di libri né di dottori per istruire le anime; lui, il Dottore dei dottori, insegna senza rumor di parole... Mai l'ho inteso parlare, ma sento che è in me, ad ogni istante, e mi guida e m'ispira ciò che debbo dire o fare. Scopro proprio nel momento in cui ne ho bisogno, delle luci che non avevo ancora viste, e più spesso non è durante l'orazione che sono maggiormente abbondanti, è piuttosto in mezzo alle occupazioni della giornata. (Manoscritto A, 236)
Pensieri di S. Teresa di Lisieux
a cura di Beatrice Lozzi
Teresa un anno prima della sua morte. Foto scattata nel 1896 da sr. Geneviève del Santo-Volto (sua sorella Céline).
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"Gesù non chiama quelli che ne sono degni, ma quelli che vuole".
"Ho compreso che l’amore di nostro Signore si rivela tanto nell’anima più semplice, che non resiste affatto alla sua grazia, quanto nell’anima più sublime: effettivamente è proprio dell’amore abbassarsi".
"Come il sole rischiara allo stesso tempo i cedri ed ogni fiorellino come se fosse solo sulla terra, ugualmente nostro Signore si occupa in particolare di ogni anima come se essa non avesse altra simile".
"Vi sono molti gradi nella perfezione ed ogni anima è libera di rispondere alle proposte di nostro Signore, di fare molto o poco per Lui: io non ha paura di soffrire per Te, Signore. Non temo che una cosa: conservare la mia volontà. Prendila, perché scelgo tutto ciò che vuoi".
"Dopo 7 anni dovrei dispiacermi di dormire durante l’orazione ed il ringraziamento: ebbene non mi spiace. Penso che i bambini piccoli piacciano ai loro genitori sia quando dormono, sia quando sono svegli: penso che per eseguire le operazioni, i medici addormentano i loro pazienti".
"Ho notato molte volte che Gesù non vuole darmi provviste, mi nutre ad ogni istante con un cibo freschissimo, lo trovo in me senza sapere in che modo è presente".
"Per giungere alla perfezione non conosco altro mezzo che l’Amore. Amare: il nostro cuore è fatto proprio per questo!".
"Se fossi stata un sacerdote avrei studiato l’ebraico ed il greco, per poter leggere la Parola di Dio con lo stesso linguaggio umano con cui Egli volle esprimersi!".
"Quando la carità ha gettato radici profonde nell’anima si mostra all’esterno: c’è un modo così gentile di rifiutare ciò che non si può dare, che il rifiuto fa piacere quanto il dono".
"La carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri e nel non meravigliarsi delle loro debolezze".
Ecco in che cosa consiste la "piccola via", il cammino dell'infanzia spirituale. In essa, l'importante non è fare grandi mortificazioni corporali, ma accettare con umiltà la propria piccolezza, i propri limiti, ed avere un amore e una fiducia illimitata nella bontà di Dio. Come frutto di questo amore, è necessario un immenso desiderio di fare alla perfezione ogni atto della vita quotidiana.
…Che c'entriamo noi? E invece c'entriamo
eccome! Innanzi tutto perché, come gli scribi e i farisei contemporanei di
Gesù, ci crediamo anche noi migliori di molti, forse di tutti. Certamente dei
pedofili e degli assassini che riempiono i telegiornali. Anche dei profeti ai
quali non abbiamo creduto e che abbiamo perseguitato... Ed erano incarnati in
nostra moglie, o in un fratello... E poi, proprio perché siamo figli di una
lunga storia di salvezza, e i nostri occhi hanno visto miracoli che i profeti e
i re avrebbero voluto contemplare e non hanno potuto, una grande responsabilità grava su di noi. Solo un moralista può pensarla come un peso. Un
cuore innamorato e grato a Dio per il suo amore immeritato la vive come l'occasione
per dare compimento alla propria vita, nella gratuità e nella gratitudine,
fragranze soavi che accompagnano sempre un annuncio credibile del Vangelo…
Kairos (cfr. 16 ott. 2013
Io sono meno impaziente del vento, tuttavia devo
andare.
Per noi, viandanti eternamente alla ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova dove ci ha lasciato al tramonto.
Anche quando dorme la terra, noi procediamo nel viaggio.
Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e dispersi
Kahlil Gibran
Per noi, viandanti eternamente alla ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova dove ci ha lasciato al tramonto.
Anche quando dorme la terra, noi procediamo nel viaggio.
Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e dispersi
Forse anche ieri abbiamo seppellito un profeta.
Forse era proprio "Abele", nostro fratello; forse era nostro figlio,
ferito e peccatore, che, in quella sua infinita debolezza, era una profezia del
miracolo che l'amore di Dio voleva compiere. E invece abbiamo
"chiuso" ogni possibilità, "chiusi" nell'orgoglio di padre
ferito... Ma non è finita! Oggi, ora possiamo aprirci alla Grazia, ai carismi
che rinnovano la Chiesa e ciascuno di noi, i doni che si nascondono nelle
persone e negli eventi più impensati; soprattutto nella Croce, la "chiave" che apre il cuore indurito e chiuso
nell'orgoglio. La chiave consegnata a Pietro, per aprire e
chiudere, legare e sciogliere, in terra e in Cielo. La chiave consegnata alla
Chiesa perché, mossa dallo Spirito, conduca le generazioni ad entrare
nella casa eterna di Dio.
da Kairos
(cfr. 16 ott. 2013
mercoledì 30 ottobre 2013
Santa Teresa di Lisieux
"Fiducia e Amore" sono dunque il punto finale del racconto della sua vita, due parole che come fari hanno illuminato tutto il suo cammino di santità, per poter guidare gli altri sulla stessa sua "piccola via di fiducia e di amore", dell’infanzia spirituale (cf Ms C, 2v-3r; LT 226). Fiducia come quella del bambino che si abbandona nelle mani di Dio, inseparabile dall'impegno forte, radicale del vero amore, che è dono totale di sé, per sempre, come dice la Santa contemplando Maria: "Amare è dare tutto, e dare se stesso" (Perché ti amo, o Maria, P 54/22). Così Teresa indica a tutti noi che la vita cristiana consiste nel vivere pienamente la grazia del Battesimo nel dono totale di sé all'Amore del Padre, per vivere come Cristo, nel fuoco dello Spirito Santo, il Suo stesso amore per tutti gli altri.
Benedetto XVI (cfr. UDIENZA GENERALE 6 aprile 2012)
Tagore
Cogli questo
piccolo fiore
e prendilo. Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.
Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda,
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano - e coglilo.
Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l'ora dell'offerta.
Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
e prendilo. Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.
Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda,
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano - e coglilo.
Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l'ora dell'offerta.
Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
VINCENZO CARDARELLI
Già di settembre imbrunano
a Venezia i crepuscoli precoci
e di gramaglie vestono le pietre.
Dardeggia il sole l'ultimo suo raggio
sugli ori dei mosaici ed accende
fuochi di paglia, effimera bellezza.
E cheta, dietro le Procuratie,
sorge intanto la luna.
Luci festive ed argentate ridono,
van discorrendo trepide e lontane
nell'aria fredda e bruna.
Io le guardo ammaliato.
Forse più tardi mi ricorderò
di queste grandi sere
che son leste a venire,
e più belle, più vive le lor voci,
che ora un po' mi disperano
(sempre da me così fuori e distanti!)
torneranno a brillare
nella mia fantasia.
E sarà vera calma
felicità la mia.
Ti amo
Ti amo
come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
Ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
Ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
Ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
Ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
Nazim Hikmet
Nella nebbia
Strano, vagare nella nebbia!
E' solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.
Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.
Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l'altro
ognuno è solo.
Herman Hesse
Emily Dickinson
C'e' una certa inclinazione
di luce,
i pomeriggi d'inverno
che opprime,come il peso
di musiche di cattedrale
Una ferita celeste,ci apporta
non ne troviamo cicatrice,
ma una interna differenza,
dove stanno i significati
Nessuno può insegnarla altrui
è il sigillo la disperazione
un'imperiale afflizione
inviataci dall'aria
Quando viene,il paesaggio ascolta
le ombre trattengono il fiato
quando va, è come la distanza
nell'aspetto della morte
La Maestà del Duomo di Siena - di Duccio di Buoninsegna -1308 - 1311 - tempera su tela - Museodell'Opera Metropolitana del Duomo - Siena
Il Padre celeste non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli,
ma li vuole tutti con sé,
santi e immacolati nell'amore (cfr Ef 1,4).
Santi e immacolati come la Vergine Maria, modello eminente dell'umanità nuova.
La sua felicità è piena, nella gloria di Dio.
In Lei risplende la meta a cui tutti tendiamo.
A Lei affidiamo i nostri fratelli defunti,
in attesa di ritrovarci insieme, nella casa del Padre.
(Giovanni Paolo II - Angelus 1 novembre 2001)
AUTUNNO
ARRIVA
l'autunno
sembra fatto per meditare
sui
sentieri campestri nella brezza del tramonto
con
i miei occhi che cambiano colore
secondo
il tempo e il luogo,
lo
splendore degli alberi brilla dentro di me
nella
mia mente e nel mio cuore,
hanno
sempre migliorato la mia visione
di
amore, verità, bellezza,
il
loro abbraccio ripristinano sempre
l'integrità
della mia vita.
Gli
alberi sussurrano a me il loro amore
infiammano
il mio cuore e la mia anima
si
accende di ardore,
è
lo Spirito di Dio che vive in loro
a
fare tutto questo...
il
bosco è una poetica bellezza
senza
tempo, che ispira l'anima
condivide
la sua grazia spirituale,
il
bosco guarisce lo spirito con il suo silenzio
e
riempie il cuore di sereno amore e sacrificio.
daniela
cesta
Il costo dell’amore
Amare
costa.
Costa dire
"hai ragione"
costa dire
"perdonami"
ed anche dire
"ti perdono" costa.
Costa la
confidenza,costa la pazienza.
Costa fare
una cosa
che non hai
voglia di fare ma che lui vuole.
Costa
cercar di capire.
Costa
tenere il silenzio.
La fedeltà
costa
e sorridere
al suo cattivo umore
e
trattenere le lacrime che lo fanno soffrire.
A volte
costa impuntarsi,a volte cedere.
Costa dir
sempre "è colpa mia".
Costa
confidarsi e ricevere confidenze.
Costa
sopportare i difetti,
costa
cancellare le piccole ombre,
costa
condividere i dolori.
Costa la
lontananza e costano i distacchi.
Costano le
nubi passeggere,
costa avere
opinioni differenti,
costa dir
sempre di "si".
Eppure a
questo prezzo si genera l'amore.
Gli
spiccioli non servono.
Lencia
Sotto
la polvere
(Dedicata
ai vigili del fuoco dell'11 settembre)
Quando
il cielo cadde
Nelle
strade piene di sangue
Ho
sentito che mi chiamavi
Poi
sei sparito sotto la polvere.
Sulle
scale
Tra
le braccia del fuoco.
Ho
bisogno di te
Ma
l’amore e il dovere
Ti
hanno chiamato in un altro posto.
Mi
hai dato il tuo amore per vedere
Cieli
stellati e autunni rossi
Mi
hai dato il tuo amore
Quando
sei andato incontro al fuoco.
Tra
la morte e il rumore
Sotto
la polvere.
Hai
dato la tua vita
Per
dare da vivere.
Possa
il tuo amore dare amore
Possa
la tua forza darci speranza
Possa
il tuo sacrificio renderti immortale.
tratto
da MyLirics
martedì 29 ottobre 2013
Lo sguardo teologico, ovvero, lo sguardo di fede, non si ferma neppure alla comprensione, ma si apre a una relazione. Oltre allo spiegare, oltre al comprendere, la fede si apre a un rapporto personale con il Creatore del mondo. Entrano in gioco così altre sfumature come «lo stupore e la gratitudine». Lo stupore è l’apertura degli occhi del cuore che percepisce acutamente una grandezza celata nella sua discrezione, ma sempre presente allo sguardo che ascolta. Una creazione che richiama alla responsabilità e alla risposta perché più che oggetto, la creazione è un appello e, come dice qualche autore spirituale, una lettera d’amore dal Creatore.
http://www.zenit.org/it/articles/la-spiegazione-la-comprensione-e-lo-stupore
IL GRANELLO DI SENAPE
Fu come il giorno
del giudizio, figlio.
Il filo d’erba
cadde combattendo,
accanto ai grandi
alberi.
E, quando le
pallottole
oscurarono il sole,
il granello di
senape
si congedò piangendo
dalle rovine della
vecchia casa:
“ Dove mi porterà,
ahimè! –
quest’uragano
di lacrime di
sangue?
La terra che
calpesto è la mia terra,
è qui che
germogliarono i miei avi,
qui portarono frutto
per una vita intera.
Non ebbero per
tetto un altro cielo,
non chiamarono
madre un’altra terra.
Vivere!.. Io voglio
vivere.
Fiorire come un
albero tra gli alberi,
non scivolare via,
come un’ombra al
tramonto,
lungo i muri e le
case
di paesi stranieri.
V. Elefante
lunedì 28 ottobre 2013
La decorazione, così come la ricerca della luce, sono i due punti fermi di Matisse dei primi anni: mentre il primo è un mezzo ossessivo di riconoscimento, che rendeva i suoi quadri composti in studio, esageratamente asfissianti tra tovaglie, stoffe, tende e mobilio decorato, la seconda era la costante angoscia del pittore che da Nizza a Colliure, da Parigi al Marocco, sperimentò sempre i giochi di luce delle albe e dei tramonti, cercando in quei raggi quanto di più simile alla sua pace interiore.
Una premessa, quella dettata dal decorativismo e dalla resa cromatica della luce, che lasceranno spazio al fauvismo vero e proprio, non solo nei paesaggi, - per cui effettivamente la distesa di terra in primo piano nella Vista di Colliure non sarebbe mai potuta apparire rossa, e a chi gli chiedeva spiegazioni, rispondeva con un chiaro e coinciso “Io la vedo rossa” – ma anche nelle restanti composizioni, sia umane che d’interni, che nature morte.
quei vecchi rami scheletriti e secchi
che intralciano la danza del mio andare,
posando il piede e calpestando arbusti.
E storie paghe a raccontar stupori
di notti assorte a contemplar bellezza;
trattengo con le mani i quattro cenci
di questa vita che mi trovo indosso.
Malinconia... discreta amica mia,
sogno incompiuto ed ossessione ferma,
conducimi per mano fino all'orlo
della tua forra e porgimi corone
di margherite e fiori d'ogni specie
per colorare il petto, il collo e il viso
d'immagini nella memoria asperse
nell'ombra amaro/miele dei miei anni.
(Fulvia Marconi)
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