lunedì 20 gennaio 2014

Unità cristiani. Mons. Spiteris: con ortodossi confronto su primato petrino e sinodalità


Rapporto tra primato di Pietro e “sinodalità”. È uno dei punti più avanzati del confronto tra teologi cattolici e ortodossi e anche uno dei più delicati all’interno del dialogo ecumenico tra le due Chiese. Lo conferma l’arcivescovo di Corfù, mons. Ioannis Spiteris, membro della Commissione mista teologica per il dialogo cattolico-ortodosso, in prima linea in queste giornate di preghiera per la Settimana dell’unità dei cristiani. L’intervista è di Fabio Colagrande:

R. – Il dialogo con gli ortodossi ha avuto come risultato non di scoprire la sinodalità – perché la sinodalità non può essere ignorata, è all’interno della struttura stessa della Chiesa, l’ha voluta Nostro signore – ma almeno di avere delle istituzioni per poter vivere la sinodalità in armonia con il primato del Papa. Questo, naturalmente, non è facile. Bisogna trovare un modo e questo è certamente ciò che il Papa, i vescovi vogliono: la coesistenza del primato di Pietro e di un organo sinodale permanente che non sia solo un organo sinodale – il Sinodo dei vescovi, che si riunisce ogni tanto e dà dei consigli al Papa – ma una sinodalità fattiva, efficace, che assieme al vescovo di Roma decida per tutta la Chiesa in via ordinaria. Quindi, bisogna trovare un modo. Non è facile, però il tema centrale di questi ultimi incontri con la Commissione mista è appunto primato e sinodalità. Abbiamo già preparato un testo che deve essere approvato dalla Commissione nel suo insieme, nella riunione che si terrà dal 15 al 23 settembre di quest’anno a Novi Sad, in Serbia. Speriamo si possa arrivare ad avere un testo che sia di aiuto anche alle Chiese.

D. – Lei ci parla delle difficoltà del cammino ecumenico e per superarle il Papa ci ricorda l’importanza della preghiera…

R. - Sì, ci sono delle difficoltà, però ci sono anche delle cose molto belle. Il Concilio Vaticano II nel documento Ut unum sint parla della purificazione della memoria storica. Credo che il problema siano le incrostazioni del passato che ancora oggi hanno una loro influenza, piuttosto che i veri problemi dogmatici. In fondo, rimane sempre vero: sono di più le cose che ci uniscono che quelle che ci separano. Ci vuole una conversione del cuore, un cambiamento di mentalità per accettare l’altro anche nella sua differenza. Le differenze non sono un contraddittorio, sono complementari, lo ripetiamo spesso. E qui, in Grecia, devo dire che c’è una grande simpatia per Papa Francesco. Quasi ogni giorno i giornali parlano di lui, questo è positivo: cambia una mentalità, un modo di vedere l’altro. Credo che lo Spirito Santo lavori. Non bisogna scoraggiarsi.


radiovanticana

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