lunedì 28 ottobre 2013

La decorazione, così come la ricerca della luce, sono i due punti fermi di Matisse dei primi anni: mentre il primo è un mezzo ossessivo di riconoscimento, che rendeva i suoi quadri composti in studio, esageratamente asfissianti tra tovaglie, stoffe, tende e mobilio decorato, la seconda era la costante angoscia del pittore che da Nizza a Colliure, da Parigi al Marocco, sperimentò sempre i giochi di luce delle albe e dei tramonti, cercando in quei raggi quanto di più simile alla sua pace interiore.

Una premessa, quella dettata dal decorativismo e dalla resa cromatica della luce, che lasceranno spazio al fauvismo vero e proprio, non solo nei paesaggi, - per cui effettivamente la distesa di terra in primo piano nella Vista di Colliure non sarebbe mai potuta apparire rossa, e a chi gli chiedeva spiegazioni, rispondeva con un chiaro e coinciso “Io la vedo rossa” – ma anche nelle restanti composizioni, sia umane che d’interni, che nature morte.

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