giovedì 5 dicembre 2013

Come parla Jorge Mario Bergoglio

Dio ci “chamuya” senza urlare

Il 23 settembre, dopo le 5 di pomeriggio, non faceva tanto caldo a Roma e a Santa Marta mi trovavo più a mio agio. Ero cosciente che poter incontrare Francesco — o il mio amico Jorge Mario — era un privilegio particolare. Entrambi eravamo felici di vederci e poter chiacchierare senza l’ordine tematico normalmente prescritto dalle udienze.
 Così gli argomenti venivano fuori e si mischiavano con i ricordi, i progetti, e di lì si aprivano finestre su altri argomenti. Niente di particolare, succede così in una qualsiasi chiacchierata fra amici. 
A un certo punto mi disse: «L’altro giorno pensavo ai tuoi articoli sulle mie frasi in lunfardo e me n’è venuta in mente una che ti piacerà sicuramente: El chamuyo de Dios».
Replicai: «Suona bene ma  non so se sarà facile da spiegare». E lui: «Quello è un problema tuo. Bisogna partire dal concetto che Dio ha un piano per ciascuno di noi, ma non ce lo dice subito, ce lo lascia intravedere appena. Dio ci chamuya, tenta di convincerci, di sedurci. Il problema è la nostra mancanza di fiducia, il nostro consegnarci a Lui. La nostra fiducia possiamo dargliela o non dargliela, Dio rispetta sempre la nostra libertà, ma ci continua a parlare piano, sottovoce, senza urlare, ci chamuya, ci invita ad accettare il disegno che ha su di noi, o per lo meno lo fa per farci sapere che Lui è sempre lì, che non ci lascia da soli, anche se noi non accettiamo la sua proposta».
Non conosco bene i meccanismi della memoria. A volte ho paura di confondermi. Lungi da me fargli dire qualcosa di diverso da quello che ha detto. Mi faccio carico di queste parole. Le frasi ritornano alla mente dopo due mesi quasi costringendomi a scriverle. Ma come spiegare agli italiani e al resto del mondo — che suona già di per se altamente pretenzioso — quello che significa chamuyo, e per giunta nientemeno che “un chamuyo di Dio”?
Nel linguaggio di Buenos Aires, che va oltre il lunfardo, il chamuyo era, inizialmente, un parlare d’amore. Lo spasimante chamuyaba alla donna che voleva conquistare... o viceversa. Col tempo la parola ha assunto un significato più ampio ed è stata utilizzata anche per descrivere l’arte di convincere l’altro, in particolare i familiari più prossimi. Si può chamuyar con l’amico, con la fidanzata, con il padre, o con il figlio. Si può chamuyar anche con la nonna o con chi si vuole, ma per farlo occorre avere una certa confidenza. Credo dunque che Papa Francesco abbia inteso dire che Dio ci può chamuyar, anzi, che lo faccia abitualmente... anche se noi non sempre lo ascoltiamo.


  Jorge Milia
4 dicembre 2013


[parola chiave: Papa Francesco]
osservatoreromano.va

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