i Iacopo Iadarola
Riportiamo
qui in fondo il testo e il video del messaggio rivolto da Papa
Francesco ai cristiani di Mosul profughi a Erbil (Iraq) lo scorso 6
dicembre. Per esprimere la sua premura e la sua vicinanza per la
situazione di indicibile dolore in cui questi nostri fratelli versano,
il Santo Padre ricorre alla sua “querita” (come da lui stesso più volte
definita) S.Teresa di Gesù Bambino, citando un’immagine, quella dalla
canna piegata dal vento, a lei molto cara: “Io oggi vorrei avvicinarmi a
voi che sopportate questa sofferenza, esservi vicino… E penso a santa
Teresa del Bambin Gesù, che diceva che lei e la Chiesa si sentiva come
una canna: quando viene il vento, la tempesta, la canna si piega, ma non
si rompe! Voi siete in questo momento questa canna, voi vi piegate con
dolore, ma avete questa forza di portare avanti la vostra fede, che per
noi è testimonianza. Voi siete le canne di Dio oggi! Le canne che si
abbassano con questo vento feroce, ma poi sorgeranno!”
L’immagine della canna ricorre in varie lettere della Santa1, ed
in calce ad alcune di queste ella stessa si firma come la “piccola
canna”; alla sua vestizione monacale ricevette una canna come
contrassegno per marcare i propri indumenti personali. Inoltre, come
afferma nel Manoscritto A di Storia di un’anima, “Teresa non
dimentica di essere soltanto una debole canna, per questo l’ha posta sul
suo blasone” (85v°): qui a lato se ne può vedere una riproduzione.
Riportiamo
infine la lettera del luglio 1888 a sua sorella Suor Maria Agnese di
Gesù, che, per il suo richiamo alla testimonianza martiriale, è quella
che doveva presumibilmente rammentare papa Francesco nella stesura del
suo messaggio:
«Grazie
al mio caro Agnello d'aver fatto nuovamente udire all'agnellino la
musica del cielo. Il dolce zefiro ha scosso dolcemente la piccola
canna... Erano le nove quando la canna ha scorto la preziosa letterina.
Non aveva un raggio di luce, ma il suo cuore, prima ancora dei suoi
occhi, ha riconosciuto a volo la musica di santa Cecilia: non ne ha
perduta nemmeno una nota! Sì, bramo queste angosce del cuore, questi
colpi di spillo di cui parla l'Agnello. Che importa alla piccola canna
se deve piegarsi? Non ha paura di rompersi perché è stata piantata in
riva alle acque. Invece di andare a toccare la terra, quando si piega,
non incontra altro che un'onda salutare che la fortifica e suscita in
lei il desiderio di nuove tempeste. È la sua debolezza che costituisce
tutta la sua forza. Non potrebbe spezzarsi mai perché, qualunque cosa le
accada, non vuol vedere altro che la dolce mano del suo Gesù. Talvolta,
i piccoli colpi di vento sono più difficili a superarsi per la fragile
canna delle grandi tempeste perché allora, mentre vorrebbe immergersi di
nuovo nell'amato torrente, i colpi di vento non sono forti abbastanza
per piegarla così in basso. Sono queste le punture di spillo...Ma nulla è troppo duro da sopportare, pur di conquistare la palma...»
Ricordiamo
che il Papa invita la Chiesa tutta a pregare, in special modo oggi 8
dicembre, per questi nostri fratelli esposti alla tempesta della
persecuzione.
Seguendo questo collegamento è possibile leggere il testo completo del messaggio.
1 Cf. le lettere 49,54 e 55, secondo la numerazione dell’edizione delle Opere complete curata dalla Libreria Editrice Vaticana e Edizioni OCD, Roma 2009. Cf. anche le lettere 84, 85, 120 della Correspondance générale de Sainte Thérèse de l'Enfant-Jésus et de la Sainte-Face, I, Cerf/DDB, Parigi 1972.
da | carmeloveneto.it
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