La consapevolezza che la persona di
Maria è modello fondamentale di vita cristiana accompagna la storia del
Popolo di Dio da secoli e costituisce un elemento essenziale della
spiritualità carmelitana. Ma l’eccezionalità della vicenda umana di
Maria, a volte, ha anche creato un certo "distacco spirituale” tra la
vita dei fedeli e l’esperienza della nostra Mamma celeste. In altri
termini, si è portati a credere che il cammino di fede di Maria sia
stato radicalmente diverso da quello che possiamo sperimentare noi. Di
più, talvolta si crede che per Maria sia stato assente il bagaglio di
difficoltà, dubbi, incertezze che ci affliggono quando ci disponiamo
alla sequela di Cristo.
La Parola di Dio, però, ci suggerisce un
altro approccio alla figura di Maria, facendone un modello completo di
vita cristiana, anche riguardo alla modalità con cui la "chiamata” di
Dio si è manifestata nella sua vita. Per questo Maria, oltre che modello
di ogni virtù, di vera carità, di piena obbedienza, è "modello di ogni
vocazione”
La "vocazione progressiva” di Maria
La prima cosa che Maria ci svela sul
mistero della sua e della nostra chiamata è l’importante dato che essa
non si riduce ad un singolo momento risolutivo, ma si ripresenta, si
completa, si manifesta per gradi successivi all’interno del cammino
della vita. La "vocazione” di Maria alla "maternità divina”, nel noto
brano dell’Annunciazione è solo il "primo passo” per lei,
nell’assunzione del suo ruolo di "corredentrice”, che va oltre e chiede
molto di più del suo "umile servizio” al Mistero dell’Incarnazione del
Verbo nel suo grembo di donna.
Anzi questo "passo” non è neppure
veramente il "primo” nella chiamata che Dio fa a Maria. Perché Maria si
pone già come compimento di una serie di promesse precedenti, annunciate
nell’Antico Testamento dai profeti e da varie figure femminili che
"preludono” e "preparano” l’avvento della "piena di grazia”, della
"figlia di Sion”, della "madre del popolo”, della "salvezza portata da
una donna” (pensiamo a proposito alle figure di Miriam, sorella di Mosè,
di Debora, giudice in Israele, di Giuditta, salvatrice del popolo, come
anche Ester).
Un "passo”, quindi, che precede
l’incontro diretto tra Dio e Maria. Ogni "chiamata” nasce infatti così,
da una promessa del Dio di Misericordia al suo popolo. Ogni "chiamata” è
già conseguenza di una "storia di salvezza” alla quale tutti possiamo
offrire la nostra collaborazione. Maria è chiamata prima di tutto a
essere "donna del suo popolo”, "figlia di Abramo e dell’Alleanza”. Poi è
chiamata a essere "Madre del Salvatore”.
Il "secondo passo”: profetessa
Ma se le parole dell’Angelo avevano
turbato Maria, quanto più l’avrà turbata lo scoprire che il Signore non
si accontenta di una "Madre” per il suo Figlio, ma pretende da lei altri
"umili servizi”. Così Maria diventa "viaggiatrice”, spinta a portare la
Parola di Dio "altrove”. Diventa "annunciatrice”, "profetessa” e sempre
più "serva”. L’episodio della Visitazione manifesta come nella vita di
Maria la "chiamata” si arricchisca di significati e compiti nuovi, da
subito. Anche le nostre "chiamate” hanno questa tendenza a
"proliferare”, a diventare apparentemente più complesse, pur restando
semplici nel loro aspetto fondamentale di "servizio del Signore”. La
piccola giovane di Nazareth non si tira indietro, quando si accorge che
le richieste dell’Amore Incarnato si fanno su di lei più esigenti. La
sua vita non ne è diminuita, bensì ampliata. La fatica aggiuntiva non è
privazione, ma ricchezza, dono di grazia.
In questo Maria è per noi fonte di
speranza, per noi che spesso ci lamentiamo del fatto che, una volta
intrapresa la via del sequela di Cristo, gli impegni aumentano, il tempo
scarseggia, la vita ci viene "risucchiata” sempre più. Maria comprende
che "perdere la vita” la rende più piena, non più povera.
Il "terzo passo”: un Figlio per tutti
Quanto poco ci rendiamo conto dello
shock che Maria avrà provato quando, dopo la nascita di Gesù a Betlemme,
si è vista comparire davanti i Magi, questi saggi che portano doni per
un "Dio fatto uomo” che improvvisamente non sembra più solo "Messia
d’Israele”, ma "Salvatore dell’Umanità”. Certo sarà stata orgogliosa,
come ogni madre, degli onori dati a suo Figlio, ma poi avrà compreso che
questi "pagani” avrebbero usufruito dei frutti del suo "umile servizio”
aldilà dei confini d’Israele e della Alleanza del Sinai. Non
banalizziamo questo aspetto, non è stato chiaro che Gesù fosse venuto
per la salvezza di tutti gli uomini, se non quando la predicazione
apostolica era già avviata e Paolo e Pietro iniziarono l’Annuncio ai
"pagani”. Maria non aveva ricevuto delucidazioni a riguardo, questa
novità l’ha colta di sorpresa, forse l’ha anche scandalizzata al primo
impatto. Suo Figlio doveva regnare sulla "casa di Davide”, aveva detto
l’angelo. Non su tutti i popoli. Non fra gli "impuri”, questi Magi, che
se avessero toccato Gesù lo avrebbero "contaminato”, secondo la
tradizione biblica. Il Signore le stava già indirettamente chiedendo di
"servire” tutta l’umanità, ma non era ancora chiaro fino a che punto, e a
che prezzo.
La grande tenerezza di Dio, che
"prepara” Maria a piccoli passi a quella che sarà la "pienezza” della
sua vocazione, si manifesta in questa delicatezza con cui gradualmente
le consente di accettare che suo Figlio, il frutto della sua "carne”
dovrà mischiarsi con gli "impuri”, i "peccatori”, i "nemici del popolo”,
gli "estranei”. E Maria, meditando nel suo cuore questi Misteri, compie
un altro passo.
Anche per noi Dio ha tutti questi
riguardi, non ci svela subito l’estensione della sua chiamata e delle
rinunce e difficoltà che la costelleranno, perché il nostro animo non ne
saprebbe reggere il peso all’inizio del cammino, ma andando avanti,
seguendo Gesù che va a Gerusalemme, verso la Croce, seguendo Maria,
nostro modello, che medita, impara, giorno dopo giorno, allora diventa
tutto possibile.
Il "quarto passo”: una spada ti trafiggerà il cuore
Non basta la sconcertante consapevolezza
che questo Figlio così particolare è inviato anche ai "pagani”, ora
Maria viene messa di fronte a un’altra rivelazione che arricchisce la
sua "vocazione”: ci sarà sofferenza quando il Mistero di Salvezza di suo
Figlio si compirà. Maria comprende che sarà nel dolore, in un grande
Mistero di Dolore, affinché il popolo sia salvo, affinché anche i
"pagani” siano salvi! Cosa avremmo detto noi? "Ma Signore, non solo mi
chiedi di mettere a repentaglio la mia reputazione, rimanendo incinta
prima della convivenza con il mio sposo Giuseppe. Non solo mi chiedi di
accettare che i "pagani” ricevano i frutti del mio "servizio”. Ora mi
dici che dovrò anche soffrire perché questo avvenga. Non mi stai
chiedendo troppo?”. Maria, però, continua a meditare: non tutto è chiaro
e ormai lei si sta abituando a questa "chiamata” per gradi. Sa che
quello che sembra incomprensibile oggi avrà una spiegazione più avanti
nel cammino, basta avere fede e continuare a meditare nel cuore tutto
ciò.
Ancora una volta è modello: perché anche
nelle nostre "chiamate” ci sono "profezie” delle prove che verranno,
non per spaventarci, ma per iniziare la preparazione che ci renderà
capaci di attraversarle, se modellati dalla volontà di Dio e guidati
dalla grazia dello Spirito. Lo stesso Spirito che dal giorno
dell’Annunciazione continua a sospingere Maria sempre più avanti, sempre
più sotto la Croce.
"Altri passi”
Potremmo analizzare gli arricchimenti
alla "chiamata” di Maria che vengono da altre esperienze che essa ha
attraversato: la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù adolescente a
Gerusalemme, l’itineranza della predicazione del Figlio. Fermiamoci
solo, prima del "passo” finale, a contemplare l’episodio delle nozze di
Cana. Il Vangelo di Giovanni si premura di dire alcune frasi che
illuminano il ruolo di Maria in questa vicenda, come "catalizzatrice”
del primo miracolo pubblico di Gesù. Il testo cita, apparentemente in
modo casuale, che "vennero invitati anche Gesù e i suoi discepoli”, ma
non è banale la presenza dei discepoli. Infatti al termine del brano,
quando il "miracolo” è compiuto, il testo dice che "Gesù così manifestò
la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. I "discepoli” sono i
destinatari del "miracolo”, della "manifestazione”. Maria diventa
strumento della conferma della fede nei discepoli del Figlio. Il suo
"umile servizio” ora è chiaramente non solo rivolto al Figlio, ma a
coloro che camminano alla sua sequela. La responsabilità della
"chiamata” aumenta e prepara Maria all’estensione senza confine di
questo suo ruolo di "Madre dei discepoli”, di "consolidatrice” della
fede dei credenti.
Sempre, anche nelle nostre vocazioni, le
responsabilità aumentano. Sempre più persone vengono a "dipendere”
dalla nostra adesione al progetto di Dio. Un peso maggiore? No, una
grazia in più.
"L’ultimo passo”: sotto la Croce
Ed ecco, il compimento della "vocazione”
di Maria, iniziata come "Madre del Salvatore”. Sotto la Croce, la
"vocazione” giunge a pienezza, per ciascuno di noi. Al termine di un
cammino, non all’origine. Ma un termine non definitivo, che è anzi
"porta di salvezza”, ingresso in una vita che non finisce più. Per Maria
sotto la Croce arriva la richiesta di diventare Madre del "discepolo
che Gesù ama” donandosi sulla Croce. Madre di OGNI discepolo, quindi.
Madre di Misericordia, perché deve accettare come Figli "gli assassini
di suo Figlio”, che però, al suo cuore ormai reso "sapiente” da anni di
meditazione del Mistero, non appaiono più con questa atroce etichetta.
Non sono gli "assassini di suo Figlio”, ma gli uomini e le donne per cui
suo Figlio dona la vita. Madre della Chiesa, anzi Madre dell’Umanità.
La "vocazione” appena accennata anni addietro ora è chiara! Nel momento
più terribile, umanamente, nel momento più "pieno”, secondo il Mistero
della Salvezza, Maria sente e accoglie la "chiamata” che la introduce
nella "vita eterna” e le presenta il "servizio” che compirà "al cospetto
di Dio”, una volta Assunta in cielo e incoronata Regina a fianco del
Figlio, dopo aver pregato con la Chiesa nascente fino all’effusione
dello Spirito.
Noi sappiamo che Maria è nella Gloria,
ma dimentichiamo spesso che nella Gloria è "serva” come "servo” è il
Cristo Risorto, perché nel Regno dei Cieli chi "governa” è "servo di
tutti”.
Alcune considerazioni per noi
Non so quanti lettori o lettrici hanno
fatto l’esperienza di uno o più di questi "passi”. Forse alcuni hanno
iniziato a compiere anche l’ultimo, se la Croce è ormai manifesta nella
loro vita. Certo è che questo ultimo "insegnamento” di Maria e cioè che
la "vocazione” è completa, piena, solo sotto la Croce è veramente la
scoperta più bella ma anche più sconvolgente, in senso buono, spero. Nel
nostro cammino personale e comunitario la "vocazione” subisce molte
prove, molti inciampi, molti dubbi… perché essa si avvia a chiarirsi
nell’approssimarsi della Croce. Se non rifuggiremo dal Mistero che ci
salva, la nostra "chiamata” ci sarà finalmente chiara. Se "staremo in
piedi sotto la Croce con Maria” allora anche la scelta apparentemente
più difficile e assurda (amare e servire gli assassini del proprio
Figlio) diventerà praticabile per grazia.
Questo chiediamo a Maria, che, con pazienza, ci guidi fin lì dove il Mistero si compie.
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