domenica 3 novembre 2013

L'archetipo mariano
Una chiesetta mariana edificata dagli eremiti sul Carmelo fu la prima testimonianza storica del fatto che la Vergine era scelta e onorata come “Signora del luogo” e che a lei si riconosceva il patronato (questione molto importante in epoca medievale, ai fini della identità). Antichissimo è l’uso dei carmelitani di promettere obbedienza “a Dio e alla vergine Maria” all’atto della professione (fatto testimoniato già nel 1281).
Da subito gli eremiti vengono chiamati “fratelli della Beata Vergine Maria” e –in base alle leggende di cui abbiamo più volte parlato– il termine fratelli acquistò via via una pregnanza di tipo propriamente familiare, fino a costituire problema per gli altri cristiani (i carmelitani vennero accusati di superbia ed eccessiva familiarità, e la questione venne portata davanti all’Università di Cambridge nel 1374!).  I Sommi Pontefici tuttavia confermarono l’uso.


Madonna del Carmelo - Giovan Battista Tiepolo - La Madonna del Carmelo e il Bambin Gesù mentre consegnano lo scapolare ai monaci

Le controversie spinsero opportunamente i carmelitani a riflettere sulla loro identità e portarono frutti di notevole interesse. 
La Regola dell’Ordine venne studiata come se descrivesse in filigrana la vita e l’esperienza della S. Vergine (Baconthorp). Particolare insistenza venne messa, a questo riguardo, sulle tre virtù teologali e sul tema della “purezza” di Maria. L’intera vita dei religiosi viene sistematicamente descritta come “vita mariana” cioè vissuta in familiarità e compagnia con la dolcissima Madre di Dio: tema che in seguito verrà approfondito in tutte le sue mistiche profondità, fino a che l’unione mistica con Lei verrà indicata come l’ideale di proprio ogni carmelitano.  
Fin dall’inizio a Maria vennero sistematicamente dedicate tutte le chiese dell’Ordine, soprattutto sotto il titolo della Annunziata, e il tema più sentito fu quello della purità della Vergine. Ugualmente antica è la devozione alla Immacolata Concezione: tutti temi mariani legati alla vocazione contemplativa che esige appunto la purificazione da ogni macchia di peccato in vista della totale dedizione a Dio fino al congiungimento materno-sponsale con Lui.

Interessante è ricordare che spesso i Pontefici in documenti ufficiali hanno considerato l’Ordine Carmelitano come “messo al mondo” da Maria, che ne era pertanto Madre, Fondatrice, Legislatrice: un Ordine nato come si mette al mondo un figlio che esprime tutta la Madre. 
Sarà poi la devozione dello Scapolare –verso la fine del secolo XIV– che estenderà a tutti i cristiani la possibilità di esperimentarsi –attraverso la protezione di quel sacro segno– particolarmente figli, perché particolarmente protetti..
Ecco come A. Bostio, un poeta carmelitano di fine secolo XIV, si rivolge a Maria rievocando le antiche leggende che la descrivevano in visita agli eremiti del Carmelo:
«O Madre Beata! 
Noi abbiamo tanto atteso Te che hai istituito il nostro Ordine, 
e l’hai organizzato e retto con tanta perfezione. 
Prostrati davanti a Te, 
o Madre tutta santa della famiglia carmelitana, 
noi tutti che abitiamo questa santa montagna 
dissetiamo i nostri cuori alle tue sorgenti. 
Noi con lealtà ci consideriamo 
diretti dalla tua mano, 
aiutati dal tuo soccorso, 
illuminati dalla tua luce. 
Trasforma noi in te e la nostra vita nella tua. 
Resta dunque tra noi, Signora Nostra. 
O Maria! Noi cerchiamo un rifugio nel tuo seno; 
bisogna che la Madre dimori con i figli, 
la Maestra con i suoi discepoli, 
l’abadessa con i suoi monaci»
(A. Bostio).

 

Scuola del Carisma
Trento  31 luglio 5 agosto 1998

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