martedì 5 maggio 2015

ANCORATI ALLA SPERANZA (CFR. EB 6,18-19)



“Se vogliamo costruire comunità nelle quali vi sia “abbondanza di vita”, allora bisognerà riconoscere chi e che cosa significa per noi essere vivi... Le comunità religiose sono come un sistema ecologico. Una rana di rara specie ha bisogno di un appropriato ecosistema per prosperare... Se la rana è minacciata di estinzione, allora si deve costruire per essa un ambiente appropriato, con il cibo, gli stagni e il clima adatto nel quale essa possa prosperare. Anche la vita carmelitana richiede il suo ecosistema appropriato, se vogliamo viverla pienamente e predicare una parola di vita. Non basta parlarne; dobbiamo progettare e costruire attivamente tali ecosistemi carmelitani. Sta ai fratelli che vivono insieme creare comunità nelle quali possano non solo vivere ma prosperare... La Provincia dovrà perciò sviluppare un programma di graduale rinnovamento nelle comunità nelle quali i confratelli possano fiorire. A meno che non faccia dei programmi per costruire comunità di questo tipo, la Provincia morirà. Una Provincia con tre comunità nelle quali i confratelli fioriscono nella loro vita carmelitana ha un futuro con la grazia di Dio. Una Provincia con venti comunità nelle quali soltanto si sopravvive non può aver futuro” (Timothy Radcliffe, Cantate un canto nuovo. La vocazione cristiana, EDB, 2002) [Incontro dei Superiori maggiori carmelitani, Sassone 2006].

Ripensare il senso dell’identità: “essere carmelitano”. Questo momento della nostra storia in Europa è provvidenziale per ripensare la nostra identità. Teresa d’Avila affermò: “Come dovremo essere?” (CV 4,1). Accentuò l’essere. I classici latini affermavano: Operari sequitur esse. “L’operare segue l’essere”. L’identità, l’essenza condizionerà sempre ciò che facciamo. Chi siamo? Cosa possiamo offrire agli altri come carmelitani? Ci sono diversità di visioni su ciò che è “essere carmelitano” nelle nostre Province? La fedeltà creativa al nostro carisma ci spingerà a rigenerare la vita fraterna delle nostre comunità.

Rinnovare la vita fraterna. Il rinnovamento della vita comunitaria implica coraggio apostolico (parresia) nel momento d’affrontare la sfida di come comporre le nostre comunità provinciali. Criteri da prendere in considerazione per favorire questo processo di rivitalizzazione: a) che siano comunità accoglienti e aperte (ai membri della Famiglia carmelitana, ai candidati alla vita reigiosa, ai laici, agli altri); b) dove ci sia una leadership (priori) che aiuti a cercare un sano equilibrio tra il lavoro apostolico e la vita fraterna e di preghiera, che potenzi un processo di dialogo e di apertura alla novità e al cambio, dove si rispetti il fratello nella sua diversità; c) con un numero di fratelli che aiuti a migliorare la qualità della vita religiosa (5?); e) s’accompagni e si motivi la formazione permanente dei fratelli, specialmente quelli che da poco hanno fatto la professione solenne. Il rinnovamento della vita fraterna necessita un processo maturo di discernimento.

Stabilire processi di discernimento. Costatiamo la difficoltà che si verifica, a volte, nelle nostre comunità: il salto generazionale. A partire dalla nostra realtà in Europa, consideriamo che il nostro tempo ci offre un’opportunità per stabilire processi di discernimento a livello personale, comunitario, Provinciale/Commissariato/Delegazione, e dell’Ordine (Europa). La situazione attuale ci spinge ad aprirci senza pessimismi, né manie di perfezione, a un futuro di speranza. In questo processo di discernimento consideriamo importanti le seguenti domande: Chi siamo? [Cfr. punto 1] Cosa facciamo? Perché lo facciamo? Perché lo facciamo così?

Potenziare la ricchezza dell’internazionalità. Apertura verso la missione, verso la collaborazione con gli altri, uscendo da noi stessi e rompendo le frontiere della nostra realtà geografica. Come? a) Essendo disponibili, qualora fosse il caso, a far parte di comunità internazionali e interprovinciali. Sarebbe un esempio di come render grandi le piccole cose. b) Intergrando l’apprendimento delle lingue straniere già a partire dalla formazione iniziale.

Giovani carmelitani europei, professi solenni (ultimi 10 anni)

Convento di S. Andrés (Spagna)
Salamanca, 4-7 aprile 2013

Da | O. Carm

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