venerdì 22 maggio 2015

Beato Bakanja Isidoro, Martire per lo Scapolare

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a cura di P. Desire Unen, O.Carm.

Lavorava come domestico

“Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi;
siate dunque prudenti come i serpenti
e semplici come le colombe.”
(Mt 10, 16)
  • Bakanja è rientrato nella sua regione di origine. Vorrebbe lavorare presso un bian­co. Il suo amico Boyoto, operaio alla SAB e poi catechista a Isongo, lo mette in guardia:
  • Bakanja, non seguire questo bianco a Ikili, ne avrai solo sofferenze... Questi bianchi non amano la gente semplice... Per te che sei cristiano sarà ancora peg­gio: questi bianchi non amano i cristiani!
  • Come sai, replicò Bakanja, che questi bianchi non amano i cristiani?
  • Quando lavoravo a Bongila, riprese Boyoto, c'era un cristiano, Pierre Yanza, che ci insegnava a pregare. Noi eravamo ancora tutti pagani e il nostro padrone montò su tutte le furie contro Pierre per­ché ci riuniva per pregare insieme. Gli proibì formalmente di continuare a riu­nirci per pregare.
Allo scadere del contratto Bakanja decide di lasciare Mbandaka e di risali­re il fiume Ruki. Non vede l'ora di tornare al suo villaggio natale, tra la sua gente. Sfortu­natamente il suo villaggio è fuori mano e molto lontano da una missione. Bakanja si stabilisce allora a Busira. Lì può incontrare ogni tanto dei missionari in viaggi pastorali. Suo cugino Camillo Boya lo ospita gratuita­mente. Bakanja non è un ozioso, cerca lavo­ro e s'impegna come domestico presso un certo Sig. Reynders, soprannominato Lomame, che gestisce una piantagione.
Bakanja ha appena preso servizio quan­do il suo padrone riceve una nuova destina­zione. La compagnia SAB lo designa come responsabile di una piantagione ad Ikili, di­venendo aggiunto del Sig. Van Cauter, chia­mato Longange. Durante il viaggio per la nuova destinazione, sostarono a Bomputu dove il domestico Boyoto Antonio, che non era ancora cristiano, cercò invano di dis­suadere Bakanja d'accompagnare il suo pa­drone nell'interno del paese.
  • Il mio bianco non è cattivo, risponde deciso Bakanja. Non ho motivo di ab­bandonarlo.
  • È affar tuo Bakanja. Credimi, i bian­chi che sono nelle fattorie dell'interno non sono proprio raccomandabili e vo­gliono solo domestici e operai poveri e ignoranti. Tu hai lavorato a Coquilhatvil­le presso lo Stato, tu hai visto troppo, hai ascoltato troppo; tu ne sai troppe per lo­ro e non sarai proprio il benvenuto! Te lo ripeto, non vogliono che operai senza esperienza. C'è ancora dell'altro che ag­grava il tuo caso: tu sei cristiano. Come potrai vivere presso gente che non pub sopportare i cristiani?
Gli avvertimenti di Boyoto, anche se ripe­tuti, non scuotono la fiducia di Bakanja verso il suo padrone Lomame. Parte con lui verso Yele. Cosa ha da guadagnare o da perdere? Bakanja ha in sé lo Spirito di forza e di sag­gezza che gli ricorda le parole di Gesù: "Non temete quelli che uccidono il corpo, ma quel­li che possono uccidere l'anima" (Mt 10, 28).

da \ O.Carm

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