sabato 25 aprile 2015


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di P. Aldino CAZZAGO

Il silenzio

Ammettiamolo senza paure: nella nostra vita quotidiana è quasi impossibile vivere anche un’ora sola nel silenzio. Dalla mattina alla sera siamo continuamente circondati da mezzi di comunicazione, che non ci lasciano mai soli. In casa la televisione, la radio e il computer accesi ci fanno compagnia dal mattino presto a notte fonda. In viaggio le cose non vanno meglio. Ormai non si può più aspettare  il treno con la silenziosa compagnia di un giornale o di un libro perché lungo le pensiline dei binari sono stati installati giganteschi monitor che diffondono in maniera ossessivamente ripetitiva messaggi pubblicitari e anticipazioni di film di prossima uscita.
Ascoltare interminabili conversazioni telefoniche su questioni di lavoro, sulle condizioni meteorologiche o sul nulla che il vicino farà dopo cena perché troppo stanco per uscire è ormai un’ulteriore tassa che chi viaggia deve immancabilmente pagare.
Nella vita dei cristiani come vanno le cose? In una normale giornata di tanti cristiani il terreno del silenzio, su cui permettere anche ad una timida preghiera di prendere forma, è pressoché inesistente. Un quarto d’ora di televisione prima di uscire di casa per il lavoro o per la scuola è diventato indispensabile. Un’ora (o due) di televisione o di internet prima di andare a dormire è necessaria come l’aria che si respira e … addio preghiere della sera.
Le nostre liturgie eucaristiche non raramente si dispiegano come un rincorrersi di parole e gesti senza veri momenti di silenzio, pur previsti,  in cui lasciar emergere in tutta la sua bellezza il mistero celebrato. La verità di ogni liturgia è stata ricordata così dal Beato Giovanni Paolo II: «Niente di tutto ciò che facciamo noi nella liturgia può apparire come più importante di quello che invisibilmente, ma realmente fa il Cristo per l'opera del suo Spirito» (Lettera per il XXV anniversario della Sacrosanctum concilium, n. 10, del 4 dicembre 1988) .
Infine, qualora le condizioni esteriori lo favorissero,  del silenzio si preferisce sbarazzarsene così come si fa con un imprevisto e sgradito compagno di viaggio,  perché di lui ragazzi, giovani ed adulti hanno semplicemente paura. Nel silenzio, infatti,  si corre il rischio di «incontrare e stessi» e «di sentire il vuoto che si fa domanda di significato» come ha scritto lo stesso pontefice. «Tutti, credenti e non credenti - così egli proseguiva - hanno bisogno di imparare un silenzio che permetta all'Altro di parlare, quando e come vorrà, e a noi di comprendere quella parola» (Orientale lumen, n. 16).

L’Avvento

Avvento e  Natale stanno per giungere una volta ancora. O, sarebbe meglio dire, noi ci stiamo una volta ancora inoltrando  verso l’Avvento e  verso il Natale. Con quali disposizioni d’animo? Con il cuore colmo di che cosa?  Nella Prima Domenica di Avvento la liturgia invita tutti ad andare «incontro con le buone opere al Cristo che viene». La prima «buona opera» potrebbe essere quella di far tacere tutte le nostre voci e di zittire tutto il nostro fare per lasciar spazio alla voce … del silenzio. «È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» si  legge nel Libro delle Lamentazioni (3,26).
San Giovani della Croce ha scritto parole che aiutano a capire e ad amare il silenzio così spesso esiliato dalla nostra vita: «Il Padre pronuncia una parola: suo Figlio. Questa parla sempre in un eterno silenzio e nel silenzio deve essere ascoltata dall’anima».
L’Avvento è, allora, il tempo opportuno per permettere al silenzio divino di inviare il Verbo ad «abitare» (Gv 1,14) nel silenzio dell’uomo. A Betlemme,  mentre il Figlio di Dio si faceva carne nelle sembianze di un bambino, alcuni  pastori,  all’aperto, vegliavano «tutta la notte» (Lc 2,8) il loro gregge. Un unico silenzio avvolgeva quel bambino e quei pastori. L’unico silenzio che dimorava ieri nel cuore di Maria e nella grotta Betlemme e perdura  oggi nell’uomo che spalanca il suo cuore alla grazia di Dio.
La gioia del Natale riempie il silenzio del cielo e  della terra. È per questo che gli angeli esclamano: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14). 

da O.Carm

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