lunedì 13 aprile 2015

SAN GIUSEPPE NEL CARMELO

Secretariatus Generalis Pro Monialibus O.C.D

San Giuseppe nel Carmelo entra già dalle origini dell'Ordine. Non è un caso che il Carmelo sia stato un fiore piantato, nato e cresciuto in Palestina, terra di Giuseppe. Il Carmelo nasce cullato da Maria e da Giuseppe. Dalle sue origini si spargono forti aromi giuseppini assieme a quelli mariani. E se non è certo quello che fu scritto, che "quando i carmelitani, fuggendo dalla persecuzione d'oriente, si rifugiarono in occidente, ci portarono la festa di San Giuseppe", è innegabile che la devozione a San Giuseppe, a livello personale e locale, si viveva fin dalla venuta dei carmelitani in Europa, anche se la festa del santo Patriarca, a livello di Ordine, non appare sino alla seconda metà del XV secolo. C'è la particolarità del fatto che i carmelitani nella Chiesa latina composero un ufficio interamente proprio in onore a San Giuseppe, che appare nel breviario stampato a Bruxelles nel 1580 e nei seguenti. Ed è sicuramente ciò che leggeva la Santa Madre durante la festa di San Giuseppe. Significa che i carmelitani da quando cominciarono ad onorare San Giuseppe, lo fecero con tanto ardore e fede che non si incontrano precedenti uguali nella storia giuseppina. "Quest'ufficio non è solamente il primo monumento elevato nella Chiesa latina alla gloria di San Giuseppe, ma anche, sicuramente, è il cantico più bello che mai gli fu consacrato. Tutte la sue parti, dalla prima antifona fino all'ultima, ci rappresentano il Santo in tutto lo splendore della sua gloria". Cosa si cantava e celebrava in questa festività di San Giuseppe del 19 marzo? La verginità di Giuseppe, al quale Dio affida la verginità della Madre di suo figlio, e con il quale la sposa, per celare al diavolo il mistero dell'Incarnazione, e perché fosse testimone e custode della verginità di Maria, difendendola da ogni sospetto d'infamia.

Il matrimonio realizzato da Dio è un matrimonio verginale, legato non da una unione carnale ma da un amore virtuoso; un matrimonio felice per la fede e la prole benedetta in cui Giuseppe è padre putativo, padre vergine e, come Maria, senza peccato. Maria e Giuseppe infatti vivevano con sollecitudine coniugale e mutuo servizio e con eguale dedizione al figlio.

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