giovedì 23 aprile 2015

Lettera di Frère Roger alla Priora di Avila* Taizé-Comunità, 16 agosto 1962



Mia Reverenda Madre,

in occasione del quarto centenario della vostra fondazione che celebrerete tra breve, ci tengo a assicurarvi la nostra preghiera di intercessione per voi e l’azione di grazie a Dio per la vostra esistenza in seno alla Chiesa.
Quando si vive l’evento di un fondazione – come sta accadendo a noi stessi in questo momento – è piacevole volgere lo sguardo alla tradizione e lasciarci arricchire dai suoi tesori.
Chiamati anche noi, come voi, a vivere gli impegni della vita cenobitica, vi siamo riconoscenti di essere restate fedeli senza interruzione a voi stesse e a quelle che vi hanno precedute in questa grande chiamata che il Vangelo ci rivolge “ad abbandonare tutto e a ricevere già sulla terra il centuplo, insieme a persecuzioni”. Per la testimonianza della vostra vita fraterna, tale che spesso ha fatto esclamare: “Guardate come si amano!”; per la vostra obbedienza che si manifesta nelle piccole fedeltà di ogni giorno; per la continuità della vostra lode attraverso i secoli; per i tanti valori salvaguardati così a lungo, voi siete per noi un sostegno e una speranza. Grazie all’offerta delle vostre vite, che voi avete rinnovato giorno dopo giorno, ci trascinate a correre sulle orme stesse di Cristo.
A chi rinuncia a formare quaggiù una famiglia secondo la carne, Dio dona una tale grandezza di cuore e di spirito da renderlo capace di amare l’intera famiglia umana e spirituale. Chi, a causa di Cristo e del Vangelo, tiene le braccia aperte a tutti, senza escludere nessuno, chi non cerca di possedere gli altri per sé stesso, costui è capace di vivere le esigenze vere della cattolicità e perciò di comprendere tutte le situazioni dell’uomo. Chi, nella sua ricerca di Dio, si vuole “l’uomo di un solo amore”, può assicurare una presenza del Cristo, unito come è agli uomini che non possono credere.
Chi è preso dallo scoraggiamento tenga conto di ciò: oggi più che mai la vita cenobitica - se si lascia impregnare dalla linfa che le è propria, se si riempie della freschezza della vita fraterna che la caratterizza -, diventa per la Chiesa e per il mondo un lievito potente in grado di spostare montagne di indifferenza, e offre agli uomini quel dono insostituibile che consiste nel rendere presente Cristo. Se, invece, il mondo – attraversato dalle grandi correntidella Storia contemporanea – , fa irruzione nell’intimo di noi stessi; se la vocazione monastica – sottoposta com’è alle forti tensioni e fascinazioni dell’oggi -, è più che mai a rischio: proprio per questo l’appello di Cristo si fa più urgente.
Per tutto ciò che voi siete, voi, le sorelle di Santa Teresa d’Avila, noi cantiamo la gioia della nostra comune vocazione a Dio il Padre, a suo Figlio Gesù Cristo, allo Spirito Santo, e, attraverso l’offerta delle nostre vite, domandiamo loro la grazia dell’unità visibile di tutti in un’unica medesima Chiesa.
Uniti a voi nella gioiosa comunione di tutti i santi – testimoni di Cristo – , con la speranza che poco a poco Egli trasformi ciò che in noi si oppone a questa vocazione, vi esprimiamo la nostra gratitudine per ciò che siete state e per ciò che siete.
Roger Schutz, Priore di Taizé
*Originale francese in “Acta Ordinis CarmelitarumDiscalceatorum”, 7 (1962) 287-288.


da | carmeloveneto.it

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