domenica 26 aprile 2015

La Vergine Maria è nostro modello nel seguire il Cristo



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di Alessandro Maggi

La consapevolezza che la persona di Maria è modello fondamentale di vita cristiana accompagna la storia del Popolo di Dio da secoli e costituisce un elemento essenziale della spiritualità carmelitana. Ma l’eccezionalità della vicenda umana di Maria, a volte, ha anche creato un certo "distacco spirituale” tra la vita dei fedeli e l’esperienza della nostra Mamma celeste. In altri termini, si è portati a credere che il cammino di fede di Maria sia stato radicalmente diverso da quello che possiamo sperimentare noi. Di più, talvolta si crede che per Maria sia stato assente il bagaglio di difficoltà, dubbi, incertezze che ci affliggono quando ci disponiamo alla sequela di Cristo.
La Parola di Dio, però, ci suggerisce un altro approccio alla figura di Maria, facendone un modello completo di vita cristiana, anche riguardo alla modalità con cui la "chiamata” di Dio si è manifestata nella sua vita. Per questo Maria, oltre che modello di ogni virtù, di vera carità, di piena obbedienza, è "modello di ogni vocazione”

La "vocazione progressiva” di Maria

La prima cosa che Maria ci svela sul mistero della sua e della nostra chiamata è l’importante dato che essa non si riduce ad un singolo momento risolutivo, ma si ripresenta, si completa, si manifesta per gradi successivi all’interno del cammino della vita. La "vocazione” di Maria alla "maternità divina”, nel noto brano dell’Annunciazione è solo il "primo passo” per lei, nell’assunzione del suo ruolo di "corredentrice”, che va oltre e chiede molto di più del suo "umile servizio” al Mistero dell’Incarnazione del Verbo nel suo grembo di donna.
Anzi questo "passo” non è neppure veramente il "primo” nella chiamata che Dio fa a Maria. Perché Maria si pone già come compimento di una serie di promesse precedenti, annunciate nell’Antico Testamento dai profeti e da varie figure femminili che "preludono” e "preparano” l’avvento della "piena di grazia”, della "figlia di Sion”, della "madre del popolo”, della "salvezza portata da una donna” (pensiamo a proposito alle figure di Miriam, sorella di Mosè, di Debora, giudice in Israele, di Giuditta, salvatrice del popolo, come anche Ester).
Un "passo”, quindi, che precede l’incontro diretto tra Dio e Maria. Ogni "chiamata” nasce infatti così, da una promessa del Dio di Misericordia al suo popolo. Ogni "chiamata” è già conseguenza di una "storia di salvezza” alla quale tutti possiamo offrire la nostra collaborazione. Maria è chiamata prima di tutto a essere "donna del suo popolo”, "figlia di Abramo e dell’Alleanza”. Poi è chiamata a essere "Madre del Salvatore”.

Il "secondo passo”: profetessa

Ma se le parole dell’Angelo avevano turbato Maria, quanto più l’avrà turbata lo scoprire che il Signore non si accontenta di una "Madre” per il suo Figlio, ma pretende da lei altri "umili servizi”. Così Maria diventa "viaggiatrice”, spinta a portare la Parola di Dio "altrove”. Diventa "annunciatrice”, "profetessa” e sempre più "serva”. L’episodio della Visitazione manifesta come nella vita di Maria la "chiamata” si arricchisca di significati e compiti nuovi, da subito. Anche le nostre "chiamate” hanno questa tendenza a "proliferare”, a diventare apparentemente più complesse, pur restando semplici nel loro aspetto fondamentale di "servizio del Signore”. La piccola giovane di Nazareth non si tira indietro, quando si accorge che le richieste dell’Amore Incarnato si fanno su di lei più esigenti. La sua vita non ne è diminuita, bensì ampliata. La fatica aggiuntiva non è privazione, ma ricchezza, dono di grazia.
In questo Maria è per noi fonte di speranza, per noi che spesso ci lamentiamo del fatto che, una volta intrapresa la via del sequela di Cristo, gli impegni aumentano, il tempo scarseggia, la vita ci viene "risucchiata” sempre più. Maria comprende che "perdere la vita” la rende più piena, non più povera.

Il "terzo passo”: un Figlio per tutti

Quanto poco ci rendiamo conto dello shock che Maria avrà provato quando, dopo la nascita di Gesù a Betlemme, si è vista comparire davanti i Magi, questi saggi che portano doni per un "Dio fatto uomo” che improvvisamente non sembra più solo "Messia d’Israele”, ma "Salvatore dell’Umanità”. Certo sarà stata orgogliosa, come ogni madre, degli onori dati a suo Figlio, ma poi avrà compreso che questi "pagani” avrebbero usufruito dei frutti del suo "umile servizio” aldilà dei confini d’Israele e della Alleanza del Sinai. Non banalizziamo questo aspetto, non è stato chiaro che Gesù fosse venuto per la salvezza di tutti gli uomini, se non quando la predicazione apostolica era già avviata e Paolo e Pietro iniziarono l’Annuncio ai "pagani”. Maria non aveva ricevuto delucidazioni a riguardo, questa novità l’ha colta di sorpresa, forse l’ha anche scandalizzata al primo impatto. Suo Figlio doveva regnare sulla "casa di Davide”, aveva detto l’angelo. Non su tutti i popoli. Non fra gli "impuri”, questi Magi, che se avessero toccato Gesù lo avrebbero "contaminato”, secondo la tradizione biblica. Il Signore le stava già indirettamente chiedendo di "servire” tutta l’umanità, ma non era ancora chiaro fino a che punto, e a che prezzo.
La grande tenerezza di Dio, che "prepara” Maria a piccoli passi a quella che sarà la "pienezza” della sua vocazione, si manifesta in questa delicatezza con cui gradualmente le consente di accettare che suo Figlio, il frutto della sua "carne” dovrà mischiarsi con gli "impuri”, i "peccatori”, i "nemici del popolo”, gli "estranei”. E Maria, meditando nel suo cuore questi Misteri, compie un altro passo.
Anche per noi Dio ha tutti questi riguardi, non ci svela subito l’estensione della sua chiamata e delle rinunce e difficoltà che la costelleranno, perché il nostro animo non ne saprebbe reggere il peso all’inizio del cammino, ma andando avanti, seguendo Gesù che va a Gerusalemme, verso la Croce, seguendo Maria, nostro modello, che medita, impara, giorno dopo giorno, allora diventa tutto possibile.

Il "quarto passo”: una spada ti trafiggerà il cuore

Non basta la sconcertante consapevolezza che questo Figlio così particolare è inviato anche ai "pagani”, ora Maria viene messa di fronte a un’altra rivelazione che arricchisce la sua "vocazione”: ci sarà sofferenza quando il Mistero di Salvezza di suo Figlio si compirà. Maria comprende che sarà nel dolore, in un grande Mistero di Dolore, affinché il popolo sia salvo, affinché anche i "pagani” siano salvi! Cosa avremmo detto noi? "Ma Signore, non solo mi chiedi di mettere a repentaglio la mia reputazione, rimanendo incinta prima della convivenza con il mio sposo Giuseppe. Non solo mi chiedi di accettare che i "pagani” ricevano i frutti del mio "servizio”. Ora mi dici che dovrò anche soffrire perché questo avvenga. Non mi stai chiedendo troppo?”. Maria, però, continua a meditare: non tutto è chiaro e ormai lei si sta abituando a questa "chiamata” per gradi. Sa che quello che sembra incomprensibile oggi avrà una spiegazione più avanti nel cammino, basta avere fede e continuare a meditare nel cuore tutto ciò.
Ancora una volta è modello: perché anche nelle nostre "chiamate” ci sono "profezie” delle prove che verranno, non per spaventarci, ma per iniziare la preparazione che ci renderà capaci di attraversarle, se modellati dalla volontà di Dio e guidati dalla grazia dello Spirito. Lo stesso Spirito che dal giorno dell’Annunciazione continua a sospingere Maria sempre più avanti, sempre più sotto la Croce.

"Altri passi”

Potremmo analizzare gli arricchimenti alla "chiamata” di Maria che vengono da altre esperienze che essa ha attraversato: la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù adolescente a Gerusalemme, l’itineranza della predicazione del Figlio. Fermiamoci solo, prima del "passo” finale, a contemplare l’episodio delle nozze di Cana. Il Vangelo di Giovanni si premura di dire alcune frasi che illuminano il ruolo di Maria in questa vicenda, come "catalizzatrice” del primo miracolo pubblico di Gesù. Il testo cita, apparentemente in modo casuale, che "vennero invitati anche Gesù e i suoi discepoli”, ma non è banale la presenza dei discepoli. Infatti al termine del brano, quando il "miracolo” è compiuto, il testo dice che "Gesù così manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. I "discepoli” sono i destinatari del "miracolo”, della "manifestazione”. Maria diventa strumento della conferma della fede nei discepoli del Figlio. Il suo "umile servizio” ora è chiaramente non solo rivolto al Figlio, ma a coloro che camminano alla sua sequela. La responsabilità della "chiamata” aumenta e prepara Maria all’estensione senza confine di questo suo ruolo di "Madre dei discepoli”, di "consolidatrice” della fede dei credenti.
Sempre, anche nelle nostre vocazioni, le responsabilità aumentano. Sempre più persone vengono a "dipendere” dalla nostra adesione al progetto di Dio. Un peso maggiore? No, una grazia in più.

"L’ultimo passo”: sotto la Croce

Ed ecco, il compimento della "vocazione” di Maria, iniziata come "Madre del Salvatore”. Sotto la Croce, la "vocazione” giunge a pienezza, per ciascuno di noi. Al termine di un cammino, non all’origine. Ma un termine non definitivo, che è anzi "porta di salvezza”, ingresso in una vita che non finisce più. Per Maria sotto la Croce arriva la richiesta di diventare Madre del "discepolo che Gesù ama” donandosi sulla Croce. Madre di OGNI discepolo, quindi. Madre di Misericordia, perché deve accettare come Figli "gli assassini di suo Figlio”, che però, al suo cuore ormai reso "sapiente” da anni di meditazione del Mistero, non appaiono più con questa atroce etichetta. Non sono gli "assassini di suo Figlio”, ma gli uomini e le donne per cui suo Figlio dona la vita. Madre della Chiesa, anzi Madre dell’Umanità. La "vocazione” appena accennata anni addietro ora è chiara! Nel momento più terribile, umanamente, nel momento più "pieno”, secondo il Mistero della Salvezza, Maria sente e accoglie la "chiamata” che la introduce nella "vita eterna” e le presenta il "servizio” che compirà "al cospetto di Dio”, una volta Assunta in cielo e incoronata Regina a fianco del Figlio, dopo aver pregato con la Chiesa nascente fino all’effusione dello Spirito.
Noi sappiamo che Maria è nella Gloria, ma dimentichiamo spesso che nella Gloria è "serva” come "servo” è il Cristo Risorto, perché nel Regno dei Cieli chi "governa” è "servo di tutti”.

Alcune considerazioni per noi

Non so quanti lettori o lettrici hanno fatto l’esperienza di uno o più di questi "passi”. Forse alcuni hanno iniziato a compiere anche l’ultimo, se la Croce è ormai manifesta nella loro vita. Certo è che questo ultimo "insegnamento” di Maria e cioè che la "vocazione” è completa, piena, solo sotto la Croce è veramente la scoperta più bella ma anche più sconvolgente, in senso buono, spero. Nel nostro cammino personale e comunitario la "vocazione” subisce molte prove, molti inciampi, molti dubbi… perché essa si avvia a chiarirsi nell’approssimarsi della Croce. Se non rifuggiremo dal Mistero che ci salva, la nostra "chiamata” ci sarà finalmente chiara. Se "staremo in piedi sotto la Croce con Maria” allora anche la scelta apparentemente più difficile e assurda (amare e servire gli assassini del proprio Figlio) diventerà praticabile per grazia.
Questo chiediamo a Maria, che, con pazienza, ci guidi fin lì dove il Mistero si compie.
da O.carm

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