sabato 18 aprile 2015

II Terzo Ordine Carmelitano come nel passato anche oggi vivo ed operante

La presidente Pina Spanò 
 
II Terzo Ordine Carmelitano
Possiamo datare la presenza dei frati carmelitani a Trapani e in particolare nel Santuario attorno al 1230. Già nel 1338 una nobildonna della famiglia degli Abate, quella a cui apparteneva S. Alberto, scriveva nel suo testamento di voler essere sepolta nella Chiesa dell'Annunziata e di voler essere rivestita dell'abito delle consorelle carmelitane.
Nel corso dei secoli il sodalizio ha subito delle trasformazioni, ma immutato è rimasto nel cuore dei laici carmelitani (Terziari) il desiderio di rispondere alla vocazione, alla santità, abbracciando la spiritualità carmelitana. Essi, ancora oggi, rimangono nel mondo, vestono lo scapolare della Madonna, processano la Regola Carmelitana, cercano di vivere il Vangelo nella quotidianità e negli ambienti che frequentano e svolgono le loro attività. L'aspetto secolare dei terziari, già nei secoli XIX e XX si era cercato di favorirlo, ma detta dimensione ha raggiunto il suo apice nella nostra Regala approvata dopo il Concilio Vaticano ll.
"Oggi i terziari sono chiamati, nel compito che loro spetta, ad illuminare e dare il giusto valore a tutte le realtà temporali in maniera che siano realizzate secondo i valori proclamati da Cristo e siano a lode del Creatore, del Redentore e del Santificatore (L.G. 31)", in un mondo che sembra vivere e agire come se Dio non esistesse. Nel nostro sodalizio sono più di cento le persone che si sono sentite chiamate a maturare la propria fede attingendo al carisma e al. patrimonio mariano del Carmelo. Punto focale di ogni cammino di fede è l'ascolto della Parola di Dio, per questo nel corso dell'anno pastorale, che giunge al termine, tutti gli incontri sia locali che zonali (cioè per tutti i sodalizi della Sicilia) sono stati incentrati sulla Sacra Scrittura.
A partire dall'incontro di formazione tenutosi a Catania nel marzo del 2011, guidato da P. Alberto Neglia della Comunità di Barcellona Pozzo di Gotto, sul tema: "Educati dalla Parola annunciamo la vita buona del Vangelo", all'incontro tenuto ad Acireale sulla esortazione apostolica di Benedetto XVI "Verbum Domini". Ma la Parola di Dio ë dina-mica e realizza ciò che dice, per questo nutrirsi della Parola ci porta all'azione. Azione che non è "attivismo" ma movimento di conversione che ci porta ad assumere lo stile di Cristo. Egli "Pur essendo di natura Divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo" (Fil. 2,6-7). Se Cristo si è fatto servo fino al sacrificio estremo della croce, assumere il suo stile è farsi servi gli uni degli altri. Per questo nell'incontro zonale tenutosi a Marsala, nello scorso mese di giugno, il nostro assistente della zona Sicilia, R Carmelo Scellato, ha intrattenuto i partecipanti (circa 140) sul seguente tema: "Uniti per servire nell'ossequio di Cristo". Prima della riflessione offertaci, la Presidente zonale, signora Carmela Morelli, verso la Santa Montagna, che è Cristo Gesù. ll tema del servizio, come attenzione ai bisogni dell'uomo, ci ha accompagnato anche nel convegno di Sassone svoltosi nel mese di agosto, dove erano presenti circa 500 laici carmelitani pro-venienti da diverse parti d'Italia. Il tema che ha fatto da filigrana era: La vocazione laicale nel Carmelo come servizio alla Chiesa e all'Ordine". Sono stati 4 giorni intensi alternati da incontri formativi, testimonianze, momenti di gioiosa fraternità e di plauso a Michele Bonanno, riconfermato Presidente provinciale, dopo aver svolto per bene due trienni e in maniera encomiabile il suo servizio al Carmelo. Sono stati, soprattutto, giorni in cui si è fatta `Esperienza di Dio"come si esortava a vivere quel tempo di grazia, il P. provinciale P. Mimmo Meloni. Esperienza di Dio che ha trovato il suo apice nelle celebrazioni sobrie e ben curate.
Nella liturgia ci siamo sentiti raggiunti da Cristo Gesù che si faceva presente attraverso i segni sacramentali. L'abbiamo vissuto come un dono, come un intervento di grazia dove abbiamo sperimentato l'incontro tra Dio e la comunità. Incontro che ha trasformato i `molti"in "uno". L'ascolto della Parola di Dio ci ha interpellato come singoli e come comunità. Se abbiamo sperimentato la vicinanza di Dio che in Cristo si fa dono e compagno del nostro cammino esistenziale, accogliere questa presenza non può non tradursi in risposta personale e comunitaria assumendo uno stile di vita nuovo, conforme e in armonia al dono ricevuto e sperimentato. Allora eccoci qui scesi dal 'Tabor" a riprendere il cammino comunitario, protetti dalla Vergine Maria e con lo zelo di Elia protesi a fare "nuove tutte le cose".
da | O.Carm

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