Profeta nella prospettiva biblica non è
chi parla molto, né un mago che predice il futuro, ma è colui che a
fondamento della sua vita pone l'ascolto.
«II Signore ruggisce da Sion e da
Gerusalemme fa udire la sua voce» dice il profeta Amos (1,2): ebbene
profeta è colui che percepisce questo 'ruggito', questa voce e ne porta
dentro il tormento, tra Pindifferenza e, a volte, l'ostilità degli
altri.
Quindi a fondamento della profezia c'è
l'ascolto di Dio attraverso la parola rivelata, ma anche attraverso
l'ascolto della vita, perché Dio parla continuamente, anche attraverso
ciò che accade nella storia.
Nel punto d'incontro di questi due fili,
la parola di Dio e la vita con le sue ambiguità, realizzato
nell'invisibilità della coscienza di un uomo, scoppia la scintilla della
rivelazione e dell'appello di Dio.
A partire da questa scintilla il profeta
annunzia al popolo, con il proprio vissuto e con la parola, se
necessario, il progetto di Dio nella concretezza dell'oggi.
Il Carmelo ha avvertito, nella sua
intuizione originaria, ma anche nella sua tradizione più significativa,
la voce di Dio come invito ad essere presente nella storia come
fraternità contemplativa.
Questa intuizione è espressa nella
Regala del Carmelo che chiama i primi eremiti fratres (fratelli) e li
invita a “meditare notte e giorno la legge del Signore” in modo che
“tutto quello che devono fare sia fatto nella parola del Signore”.
Propone, quindi, una fraternità che matura nell'ascolto della Parola e
che fa suo il pathos di Dio e lo sguardo di Dio su questo mondo.
Tenendo conto di questa intuizione, il
Carmelo sarà ancora profetico per questo nostro mondo se, radicato nella
Parola, vivrà uno stile fraterno e se saprà stare in questo mondo in
compagnia degli altri assumendosi la responsabilità dei volti che
incrocia.
Profezia dell'ascolto
Se la fraternità carmelitana si pone in
ascolto, piano piano scoprirà che la parola letta, assimilata, pregata
la introduce nella conoscenza del cuore e del volto di Dio. E farà
l'esperienza di innamorarsi di questo volto, così come si è manifestato
in Cristo Gesù. E una comunità che si innamora del volto, diventa
profetica, evangelizza, crea negli altri la nostalgia di Dio e diventa
spazio educativo all'ascolto e alla contemplazione.
È penoso che oggi, chi chiede di essere
aiutato a inoltrarsi nel mistero di Dio, difficilmente trovi spazio
nelle comunità ecclesiali. È urgente, allora, che il Carmelo si dia uno
stile di vita che consenta anche ad altri di conoscere ii volto di Dio
attraverso l'ascolto della parola e della preghiera.
Questo mi sembra il primo servizio profetico, che il Carmelo, è chiamato ad offrire al nostro mondo.
Profezia della fraternità
Attraverso l'ascolto della parola e
delle vicende della vita, il Carmelo avverte che il Dio che incontra è
un Dio “nudo”, Crocifisso Risorto, più nudo di tutti i defraudati della
nostra storia. Egli non nasconde questa nudità d'amore, nella sua nudità
sposa l'umanità nuda.
I fratelli e le sorelle del Carmelo che
accolgono questo volto si ritroveranno strappati a una logica
dell'indifferenza, e, crescendo nell'inquieta pace di chi lascia che la
sua fede si incarni, vivranno un rapporto fraterno e costruttivo tra
loro, si sentiranno responsabili di questo mondo, staranno accanto agli
oppressi e si impegneranno a Lavorare assieme a loro perché sia a loro
riconosciuta la dignità di uomini e di figli di Dio.
Questo cammino è impegnativo e si
scontra con l'establishement, per cui non è esente da difficoltà e
richiede coraggio e perseveranza. Ma questo cammino è profetico perché
dice il desiderio di Dio di vederci crescere tutti come figli suoi e
fratelli tra di noi.
da O.Carm
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