1) Preghiera
Venga, o Padre, il tuo Spirito
e ci trasformi interiormente con i suoi doni;
crei in noi un cuore nuovo,
perché possiamo piacere a te
e cooperare al tuo disegno di salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
e ci trasformi interiormente con i suoi doni;
crei in noi un cuore nuovo,
perché possiamo piacere a te
e cooperare al tuo disegno di salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,20-26
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al
cielo, così pregò: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che
per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa.
Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa
sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io
l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu
in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai
mandato e li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che anche quelli che mi
hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria,
quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del
mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.
E io ho fatto conoscere loro il tuo nome
e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in
essi e io in loro”.
3) Riflessione
• Il vangelo di oggi ci presenta la
terza ed ultima parte della Preghiera Sacerdotale, in cui Gesù guarda
verso il futuro e manifesta il suo grande desiderio di unità tra di noi,
suoi discepoli, e per la permanenza di tutti nell’amore che unifica,
poiché senza amore e senza unità non meritiamo credibilità.
• Giovanni 17,20-23: Perché il mondo
creda che tu mi hai mandato. Gesù estende l’orizzonte e prega il Padre:
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola
crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei
in me e io in te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda
che tu mi hai mandato. Ecco che qui emerge la grande preoccupazione di
Gesù per l’unità che deve esistere nelle comunità. Unità non significa
uniformità, bensì rimanere nell’amore, malgrado le tensioni ed i
conflitti. Amore che unifica fino al punto di creare tra tutti una
profonda unità, come l’unità che esiste tra Gesù ed il Padre. L’unità
nell’amore rivelata nella Trinità è il modello per le comunità. Per
questo, mediante l’amore tra le persone, le comunità rivelano al mondo
il messaggio più profondo di Gesù. La gente diceva dei primi cristiani:
“Guardate come si amano!” L’attuale divisione tra le tre religioni nate
da Abramo è veramente tragica: giudei, cristiani e mussulmani. Più
tragica ancora è la divisione tra noi cristiani che diciamo di credere
in Gesù. Divisi, non meritiamo credibilità. L’ecumenismo sta nel centro
dell’ultima preghiera di Gesù al Padre. E’ il suo testamento. Essere
cristiano e non essere ecumenico è un controsenso. Vuol dire contraddire
l’ultima volontà di Gesù.
• Giovanni 17,24-26: Che l’amore con cui
mi hai amato stia in loro. Gesù non vuole rimanere solo. Dice: Padre,
voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io,
perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato, poiché tu mi
hai amato prima della creazione del mondo. Gesù è felice quando noi
tutti siamo con lui. Lui vuole che i suoi discepoli abbiamo la stessa
esperienza che lui ebbe del Padre. Vuole che noi conosciamo il Padre e
che lui ci conosca. Nella Bibbia, la parola conoscere non si riduce ad
una conoscenza teorica razionale, ma presuppone sperimentare la presenza
di Dio vivendo nell’amore con le persone della comunità.
• Che siano uno come noi! (Unità e
Trinità nel vangelo di Giovanni). Il vangelo di Giovanni ci aiuta a
comprendere il mistero della Trinità, la comunione tra le persone
divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito. Dei quattro vangeli, Giovanni è
quello che mette maggiormente l’accento sulla profonda unità tra Padre,
Figlio e Spirito. Dal testo di Giovanni (Gv 17,6-8) vediamo che la
missione del Figlio è la suprema manifestazione dell’amore del Padre. E
questa unità tra Padre e Figlio fa proclamare Gesù: Io e il Padre siamo
uno (Gv 10,30). Tra lui e il Padre c’è una unità intensa tanto che chi
vede il volto dell’uno vede anche il volto dell’altro. E compiendo
questa missione di unità ricevuta dal Padre, Gesù rivela lo Spirito. Lo
Spirito di Verità viene dal Padre (Gv 15,26). A richiesta del Figlio (Gv
14,16), il Padre lo manda a ciascuno di noi in modo che rimanga con
noi, incoraggiandoci e dandoci forza. Anche lo Spirito ci viene dal
Figlio (Gv 16,7-8). Così, lo Spirito di Verità, che cammina con noi, è
la comunicazione della profonda unità che c’è tra il Padre ed il Figlio
(Gv 15,26-27). Lo Spirito non può comunicare una verità diversa dalla
Verità del Figlio. Tutto ciò che è in rapporto con il mistero del
Figlio, lo Spirito ce lo fa conoscere (Gv 16,13-14). Questa esperienza
dell’unità in Dio fu molto forte nelle comunità del Discepolo Amato.
L’amore che unisce le persone divine Padre e Figlio e Spirito ci
permette di sperimentare Dio mediante l’unione con le persone in una
comunità di amore. Anche così era la proposta della comunità, dove
l’amore dovrebbe essere il segno della presenza di Dio in mezzo alla
comunità (Gv 13,34-35). E questo amore costruisce l’unità nella comunità
(Gv 17,21). Loro guardavano l’unità in Dio per poter capire l’unità tra
di loro.
4) Per un confronto personale
• Diceva il vescovo Don Pedro
Casaldáliga: “La Trinità è veramente la migliore comunità”. Nella
comunità di cui tu fai parte, si percepisce qualche riflesso umano della
Trinità Divina?
• Ecumenismo. Sono ecumenico?
5) Preghiera finale
Signore, tu mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. (Sal 15)
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. (Sal 15)
da | O. Carm
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