Liturgico:
Lunedì, 25 Maggio, 2015
Maria Maddalena porta il nome della
nobile famiglia de' Pazzi di Firenze, che già nel secolo XV aveva un
grande influsso politico. Nata il 2 aprile 1566, fu educata piamente, e
fin dalla fanciullezza dimostrò senso profondo della presenza di Dio,
amore ardente all'Eucarestia e forte inclinazione per lo spirito della
penitenza.
Su consiglio del suo confessore, fu
ammessa alla prima comunione all'età di 10 anni, contrariamente ai
costumi dell'epoca. A diciassette anni venne accettata dalle monache
carmelitane di Santa Maria degli Angeli di Firenze, sua città natale.
Durante il noviziato una violenta malattia durata due mesi la ridusse
in fin di vita, tanto che le fu concesso di anticipare la professione.
Ma si riprese. Fu per tre anni sottomaestra, sagrestana e per sei anni
maestra delle novizie; ebbe anche la cura delle giovani professe e nel
1604 fu eletta sottopriora. Indicibili sofferenze fisiche e una dura
prova spirituale misero alla prova la sua pazienza e fu arricchita da
Dio di grazie straordinarie. Morì il 25 maggio del 1607. Beatificata nel
1626, venne canonizzata il 22 aprile 1669.
Ad un'intensa vita spirituale unì la
coscienziosa osservanza dei voti religiosi, e condusse una vita nascosta
di preghiera ed abnegazione. Fu presa dall' "ansiato desiderio" del
rinnovamento della Chiesa: urgenza della riforma ed anelito
dell'espansione, offrendosi perchè i "cristi" (i sacerdoti) fossero di
nuovo luce del mondo e gli infedeli ritornassero nel grembo della
Chiesa. "Chiave di volta del suo edificio spirituale (sviluppato però
in modo non propriamente organico) è l'amore: creati da Dio con amore e
per amore, è per tale via che dobbiamo tornare a Lui; l'amore è la
misura del progresso nel ritorno dell'anima a Dio. La principale
funzione dell'amore è di unire l'anima a Dio. La vita spirituale come
un circolo, animato dall'amore, che in Dio ha il punto di partenza e di
arrivo". Santa Maria Maddalena de' Pazzi fu anche teneramente devota
della Madonna e contribuì notevolmente ad approfondire la devozione
mariana carmelitana alla "Vergine Purissima", affermando che la
bellezza di Maria fu la sua purezza, che la unì al Verbo nella divina
maternità.
Le sue esperienze mistiche sono raccolte nei "manoscritti originali", come sono chiamati gli appunti che le consorelle stendevano su quello che lei faceva o diceva nelle sue estasi ed "eccessi di amore divino" e dei quali ne facevano una certa "verifica" con la santa stessa. Cioè: i Quaranta Giorni, i Colloqui, le Revelatione e intelligentie, la Probatione e la Rinnovatione della Chiesa, insieme gli Avvisi e le Lettere.
da \ O. Carm
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