Giovanni 15, 26-27. 16, 12-15
1. Orazione iniziale
Quando verrà il Consolatore, o Padre mio? Quando mi raggiungerà il tuo Spirito di verità? Il Signore Gesù ce lo ha promesso, ha detto che lo avrebbe mandato dal tuo grembo fino a noi. Padre, spalanca allora il tuo cuore e invialo dai cieli santi, dalle tue alte dimore! Non tardare più, ma adempi la promessa antica; salvaci oggi, per sempre! Apri e libera il tuo Amore per noi, perché anch’io sia aperto e liberato da te, in te. Questa tua Parola di oggi sia il luogo santo del nostro incontro, sia la stanza nuziale per l’immersione in te, o Trinità Amore! Vieni in me e io in te; abita in me e io in te. Rimani, Padre! Rimani o Figlio Gesù Cristo! Rimani per sempre, Spirito Consolatore, non lasciarmi più! Amen.
Quando verrà il Consolatore, o Padre mio? Quando mi raggiungerà il tuo Spirito di verità? Il Signore Gesù ce lo ha promesso, ha detto che lo avrebbe mandato dal tuo grembo fino a noi. Padre, spalanca allora il tuo cuore e invialo dai cieli santi, dalle tue alte dimore! Non tardare più, ma adempi la promessa antica; salvaci oggi, per sempre! Apri e libera il tuo Amore per noi, perché anch’io sia aperto e liberato da te, in te. Questa tua Parola di oggi sia il luogo santo del nostro incontro, sia la stanza nuziale per l’immersione in te, o Trinità Amore! Vieni in me e io in te; abita in me e io in te. Rimani, Padre! Rimani o Figlio Gesù Cristo! Rimani per sempre, Spirito Consolatore, non lasciarmi più! Amen.
2. Lettura
a) Per inserire il brano nel suo contesto:
I pochi versetti che la liturgia ci
offre oggi per la meditazione appartengono al grande discorso di addio
rivolto da Gesù ai suoi discepoli prima della Passione, che Giovanni
estende da 13, 31 fino alla fine del cap. 17. Qui Gesù comincia a
parlare delle conseguenze inevitabili della sequela e della scelta di
fede e amore per Lui; il discepolo deve essere pronto a soffrire
persecuzione da parte del mondo. Ma in questa lotta, in questo dolore,
c’è una Consolazione, c’è un Difensore, un Avvocato che testimonia per
noi e ci salva: il dono dello Spirito illumina la vicenda umana del
discepolo e la ricolma di speranza viva. Egli è inviato per farci
comprendere il mistero di Cristo e per renderci partecipi di esso.
b) Per aiutare nella lettura del brano:
15, 26-27: Gesù
annuncia l’invio dello Spirito santo, quale Consolatore, quale Avvocato
difensore; sarà Lui ad agire nel processo accusatorio che il mondo
intenta contro i discepoli di Cristo. Sarà Lui a renderli forti nella
persecuzione. Lo Spirito rende testimonianza al mondo riguardo al
Signore Gesù; egli difende il Cristo, contestato, accusato, rifiutato.
Ma è necessaria anche la testimonianza dei discepoli; lo Spirito deve
servirsi di loro per proclamare con potenza il Signore Gesù in questo
mondo. E’ la bellezza della nostra vita trasformata in testimonianza
d’amore e fedeltà a Cristo.
16, 12: Gesù pone i suoi discepoli – e quindi anche noi – di fronte alla loro condizione di povertà, di incapacità, per la quale non è loro dato di comprendere molto né delle parole di Gesù, né delle parole della Scrittura. La sua verità è ancora un peso, che non possono ricevere, sollevare e portare.
16, 13-15: In questi ultimi versetti, la Parola di Gesù rivela ai discepoli quale sarà l’azione del suo Spirito nei loro confronti. Sarà Lui a guidarli in tutta la verità, cioè farà loro comprendere il mistero di Gesù in tutta la sua portata, nella totalità della sua verità. Egli guiderà, rivelerà, annuncerà, illuminerà, portando a noi discepoli le parole stesse del Padre. E così saremo condotti nell’incontro con Dio; per grazia saremo resi capaci di comprendere le profondità del Padre e del Figlio.
16, 12: Gesù pone i suoi discepoli – e quindi anche noi – di fronte alla loro condizione di povertà, di incapacità, per la quale non è loro dato di comprendere molto né delle parole di Gesù, né delle parole della Scrittura. La sua verità è ancora un peso, che non possono ricevere, sollevare e portare.
16, 13-15: In questi ultimi versetti, la Parola di Gesù rivela ai discepoli quale sarà l’azione del suo Spirito nei loro confronti. Sarà Lui a guidarli in tutta la verità, cioè farà loro comprendere il mistero di Gesù in tutta la sua portata, nella totalità della sua verità. Egli guiderà, rivelerà, annuncerà, illuminerà, portando a noi discepoli le parole stesse del Padre. E così saremo condotti nell’incontro con Dio; per grazia saremo resi capaci di comprendere le profondità del Padre e del Figlio.
c) Il testo:
15, 26
Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di
verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; 27e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
16, 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
16, 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
3. Un momento di silenzio orante
Ho letto il brano, ho cercato di
comprendere la sua struttura, di afferrare le parole di Gesù, di
entrare in contatto con le presenze che qui mi vengono offerte. Ora mi
fermo, mi soffermo. Cerco di aprire ancora di più il mio cuore, la mia
mente, tutto il mio essere, perché questo incontro con il santo
evangelo di Gesù sia incontro d’amore, d’amicizia vera, di
trasformazione. Faccio silenzio. Ripeto solo: “Vieni Spirito santo”. Di
tanto in tanto, posso intervallare questo spazio di silenzio e
ascolto, cantando sottovoce queste parole: “Manda il tuo Spirito e
rinnova la terra”. Mi faccio terra silenziosa, terra in attesa…
4. Alcune domande
Adesso mi lascio scrutare dallo
sguardo del Padre, mi lascio raggiungere dalla Presenza viva del
Figlio, mi lascio avvolgere dal fuoco purificatore dello Spirito santo.
Davanti alla Parola del Signore non voglio fuggire, né nascondermi;
anzi, desidero mostrarmi a Lui in tutta verità, così come sono, povero,
malato, bisognoso del suo aiuto, della guarigione che può venire solo
da Lui. Lascio che la sua voce mi raggiunga; lascio che Lui mi
interroghi.
a) “Quando verrà il Paraclito”.
Gesù mi pone subito di fronte a una realtà ben precisa; Lui apre
davanti a me un tempo nuovo, un tempo diverso e mi dice che c’è
un’attesa nella mia vita. Sta per arrivare il Paraclito, lo Spirito
santo. Non so se ci sia mai stato veramente spazio, in me, per questa
attesa santa, amorosa. Mi chiedo, davanti a questo vangelo, se io abbia
mai pensato a questo dono preparato per me; se mi sia mai reso conto
che il Signore si prende cura di me, tanto da volermi mandare il suo
Spirito, che è consolazione. Mi pesa, in questo momento di grazia, la
mia distrazione, la mia leggerezza, la mia chiusura. Perché, Signore,
io ti ho sempre atteso così poco, perché così fragile, così ipocrita è
stata la mia attenzione per te? Tu mandi Qualcuno a cercarmi e io
nemmeno me ne accorgo, nemmeno mostro di interessarmi. Perdonami,
Signore, Amico fedele, Amico vero!
b) “Anche voi mi renderete testimonianza”.
Afferma questo, Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli di allora e di
oggi; parla con Pietro, Giacomo, Giovanni, con Nicodemo, Giuseppe di
Arimatea, con Maddalena, Marta, Lazzaro; parla con Stefano, Paolo,
Lorenzo… parla ancora oggi, qui, a casa mia. Parla proprio a me e mi
dice: “Anche tu mi renderai testimonianza”. Signore, mi spavento e
tremo! So che la testimonianza è sofferenza, è martirio… Preferisco
restare chiuso in camera, correre via sullo scooter, fare viaggi
lontani, andare a Messa, magari cantare nel coro, frequentare il gruppo
lectio, ma poi scappo via. Ho paura, tu lo sai. Perché perdere la
faccia davanti a tutti: ai miei compagni di scuola, di università, di
squadra, ai miei amici, che mi invitano ad uscire con loro? Perché
questa grande fatica? Non posso essere cristiano lo stesso? Mi sento
messo in crisi da questa tua Parola così semplice, eppure così
sconvolgente; vorrei quasi chiudere la Bibbia e andarmene via. Cerco di
resistere, Signore; aiutami tu! Torno a leggere, ripetendo le tue
parole. Vado fino in fondo e trovo: “perché siete stati con me fin dal
principio”. Signore, tu mi ferisci il cuore, tu strappi il velo della
mia cecità e menzogna! Davvero, anch’io ti ho conosciuto fin da
principio, come dice san Giovanni (1 Gv 2, 13); da sempre tu mi conosci
e mi ami. Mi tornano in mente quelle volte che a Messa io ti ho
ascoltato, ti ho accolto, ho amato e gioito della tua Parola, che era
fin dal principio. Sì, è vero: anch’io sono con te fin dal principio,
come i tuoi discepoli. Tu sei il mio principio e la mia fine; tu sei
l’intera mia esistenza! Come faccio, Signore, a non testimoniare? Come
posso continuare a tacere così? No, io parlerò di te, Amico e
racconterò che tu sei l’Amore vero, che sei la felicità! Vieni con me, o
Gesù, non lasciarmi solo e sarò tuo testimone in questo mondo.
c) “Vi guiderà alla verità tutta intera”.
Un’altra parola impegnativa. Lo Spirito è inviato per guidarmi. Non so
se mi sento abbastanza docile, pronto, disponibile, aperto. Devo
lasciarmi prendere per mano, condurre dove non so, dove non vorrei, dove
non mi sarei mai immaginato di dover andare. Ho sempre programmato a
puntino i miei spostamenti, le mie decisioni di cambiare; me la sono
sempre cavata bene da solo. E adesso, Signore, tu mi dici che un Altro
mi guiderà. Non è una scelta facile, te lo confesso. Però voglio
provare, voglio accoglierti, o Tu, che sei l’Amore. Depongo davanti a te
la mia autosufficienza, la mia convinzione testarda di bastare a me
stesso, di far bene da solo, di capire dove devo andare. Mi spoglio, o
Gesù, della mia veste di gloria, getto via il mio mantello e ti seguo.
Mi lascio afferrare dal tuo Spirito. Mi condurrà nel deserto, come ha
fatto con te (cf. Lc 4, 1)? Aprirà la mia vita, come ha aperto il grembo
della vergine Maria (Lc 1, 35)? Mi investirà, come già ha fatto con
Pietro, con gli altri, con quanti credevano alla predicazione, come ci è
narrato negli Atti degli apostoli? Non so cosa mi accadrà, ma voglio
dirti di sì. Mi impegno, oggi, qui, a lasciarmi condurre, accompagnare,
guidare dal tuo Spirito. Faccio alleanza con lo Spirito santo, in
questa Pentecoste. Lo scrivo sul mio diario, o sulla Bibbia, mentre tu,
o mio Dio, lo stai scrivendo sul mio cuore. Da oggi sono un uomo
nuovo! Grazie, Padre mio.
5. Una chiave di lettura
Con la forza che mi è stata data
dall’incontro con Gesù, torno a leggere il brano evangelico. Lo
ripercorro, cercando di scorgere una pista precisa, il solco tracciato
per me, perché possa giungere alla vera luce. Mi sembra di poter
individuare un cammino in tre tappe, tre incontri, tre grandi
rivelazioni, che sono tre doni immensi, inestimabili, al cui confronto
l’oro è come un po’ di sabbia e come fango. I doni di Gesù sono questi:
il Paraclito, la testimonianza, il Padre.
Chiedo, in questo momento, la grazia di poterli accogliere nel mio spirito, nella mia vita.
Chiedo, in questo momento, la grazia di poterli accogliere nel mio spirito, nella mia vita.
* Lo Spirito santo Paraclito
In un primo momento questo termine può
suonare un po’ strano; mi confonde, mi disorienta. So che è una parola
greca abbastanza diffusa, già dall’antichità, un po’ in tutto il mondo
mediterraneo. San Giovanni l’ha usata anche poco più sopra, dicendo: “Io
pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito, perché rimanga
con voi per sempre” (Gv 14, 16) e rivelando che lo Spirito viene a
consolare, a rimanere accanto, a difendere e proteggere. Qui, però, in
questo versetto, sembra emergere una sfumatura diversa: lo Spirito si
presenta a noi come l’Avvocato, cioè colui che si fa accanto a noi nel
giudizio, nelle accuse, nel tribunale della persecuzione. Lo sappiamo,
tutta la storia, anche quella dei nostri giorni, porta nel suo cuore
l’accusa, il disprezzo, la condanna per il Signore Gesù e per quanti lo
amano. E’ storia quotidiana di tutti. Al banco degli accusati, accanto a
Gesù, sediamo anche noi. Ma non da soli. Abbiamo un Avvocato. Lo
Spirito del Signore viene e agisce in giudizio a nostro favore: fa dei
discorsi, rende testimonianza, cerca di convincere e di provare. E’
immensa la sua opera in mezzo a noi, per noi. Presso il Padre, nostro
Avvocato è Gesù, come scrive Giovanni nella sua prima lettera (1 Gv 2,
1); ma presso il mondo, nostro Avvocato è lo Spirito, che egli manda a
noi dal Padre. Non dobbiamo preparare prima la nostra difesa (Lc 21,
14), pensando di poterci discolpare da soli, ma dobbiamo fare spazio al
soffio dello Spirito santo dentro di noi, lasciare che sia lui a
parlare, a dire, a provare. Anche Paolo ha dovuto fare questa esperienza
dura; lo scrive nella sua prima lettera a Timoteo: “Nella mia prima
difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato”
(2 Tim 4, 16). E davvero è così: non c’è difesa per noi, non
innocenza, liberazione, scarcerazione vera, se non nel rapporto intimo
con lo Spirito del Signore. Egli viene mandato a noi, affinché ci
lasciamo prendere dalla sua presenza, come in un abbraccio, come in
rapporto intimo e intenso di amicizia, di confidenza, abbandono e
amore.
* La testimonianza
Comincio a comprendere, continuando ad
accogliere le parole di questo vangelo nel mio cuore, che il rapporto di
noi discepoli con lo Spirito santo ha lo scopo di renderci capaci di
dare la nostra testimonianza su Gesù. Noi veniamo uniti inscindibilmente
con lo Spirito santo, veniamo afferrati da Lui, presi nel suo fuoco,
che è l’Amore reciproco del Padre e del Figlio, per diventare anche noi
luminosi, anche noi fonti d’amore in questo mondo.
Rendere testimonianza significa attestare con chiarezza, dandone le prove. Per primo è lo Spirito a fare ciò, continuamente, in ogni luogo, in ogni tempo; con potenza egli opera, in noi e attorno a noi. E’ Lui che muove i cuori, che cambia i nostri pensieri alteri e induriti, che riavvicina, riconcilia, spinge al perdono, all’unione; è ancora Lui che guarisce l’anima, la psiche, il corpo e il cuore malati. E Lui che insegna, ammaestra e rende docili, rende saggi i semplici, i poveri, i puri. Rende testimonianza del Signore Gesù, il Salvatore, attraverso tutte queste sue operazioni, lievi tocchi d’amore e di comunione sulle nostre terre desolate e riarse. Lui attesta del Crocifisso, del Sofferente per amore; grida riguardo al Risorto, che ha sconfitto e calpestato la morte per sempre; testimonia del Vivente, del Glorificato, di Colui che è con noi fino alla fine dei tempi. Ecco, questa è la testimonianza. Lo Spirito la introduce nel nostro mondo, la porta fino a noi; non possiamo restare indifferenti, continuare a sonnecchiare, a scegliere un po’ qui, un po’ là. E’ Lui la verità. E di verità ce n’è una sola: quella di Dio, il Figlio suo Gesù Cristo. Siamo chiamati a testimoniare tutto questo, cioè a porre, a impegnare la nostra vita per amore di questa verità. Testimoniare è diventare martiri, per amore. Non da soli; non per forza nostra, per sapienza nostra. “Anche voi mi renderete testimonianza”, dice Gesù. Ma la nostra testimonianza può sussistere solamente dentro la testimonianza dello Spirito santo; non sono testimonianze parallele, ma vite fuse insieme: quella dello Spirito e la nostra. Questo accade davanti agli infiniti tribunali del mondo, ogni giorno. La nostra vita, allora, diventa luogo sacro, quasi santuario, della testimonianza al Signore Gesù. Non importa compiere grandi imprese, dimostrare sapienza e intelligenza, attirare folle di gente; no, basta una cosa sola: dire al mondo che il Signore è vivo, che è qui, in mezzo a noi e annunciare la sua misericordia, il suo infinito amore.
Rendere testimonianza significa attestare con chiarezza, dandone le prove. Per primo è lo Spirito a fare ciò, continuamente, in ogni luogo, in ogni tempo; con potenza egli opera, in noi e attorno a noi. E’ Lui che muove i cuori, che cambia i nostri pensieri alteri e induriti, che riavvicina, riconcilia, spinge al perdono, all’unione; è ancora Lui che guarisce l’anima, la psiche, il corpo e il cuore malati. E Lui che insegna, ammaestra e rende docili, rende saggi i semplici, i poveri, i puri. Rende testimonianza del Signore Gesù, il Salvatore, attraverso tutte queste sue operazioni, lievi tocchi d’amore e di comunione sulle nostre terre desolate e riarse. Lui attesta del Crocifisso, del Sofferente per amore; grida riguardo al Risorto, che ha sconfitto e calpestato la morte per sempre; testimonia del Vivente, del Glorificato, di Colui che è con noi fino alla fine dei tempi. Ecco, questa è la testimonianza. Lo Spirito la introduce nel nostro mondo, la porta fino a noi; non possiamo restare indifferenti, continuare a sonnecchiare, a scegliere un po’ qui, un po’ là. E’ Lui la verità. E di verità ce n’è una sola: quella di Dio, il Figlio suo Gesù Cristo. Siamo chiamati a testimoniare tutto questo, cioè a porre, a impegnare la nostra vita per amore di questa verità. Testimoniare è diventare martiri, per amore. Non da soli; non per forza nostra, per sapienza nostra. “Anche voi mi renderete testimonianza”, dice Gesù. Ma la nostra testimonianza può sussistere solamente dentro la testimonianza dello Spirito santo; non sono testimonianze parallele, ma vite fuse insieme: quella dello Spirito e la nostra. Questo accade davanti agli infiniti tribunali del mondo, ogni giorno. La nostra vita, allora, diventa luogo sacro, quasi santuario, della testimonianza al Signore Gesù. Non importa compiere grandi imprese, dimostrare sapienza e intelligenza, attirare folle di gente; no, basta una cosa sola: dire al mondo che il Signore è vivo, che è qui, in mezzo a noi e annunciare la sua misericordia, il suo infinito amore.
* Il Padre
Il contatto con lo Spirito santo, il
lasciarci abbracciare e invadere da Lui, ci porta al Signore Gesù; ci
conduce fino al suo cuore, fino alla sorgente del suo amore. E da lì noi
giungiamo al Padre, noi riceviamo il Padre. Non avevamo nulla, nulla
abbiamo potuto portare con noi, venendo in questo mondo ed ora, ecco,
siamo stracolmi di doni! Impossibile contenerli tutti. Occorre lasciarli
traboccare, lasciarli fluire al di fuori, verso i fratelli e le
sorelle che ci è dato di incontrare, o anche solo di sfiorare appena,
per brevissime esperienza di vita.
Lo Spirito parla di Gesù e usa le parole del Padre; egli ripete a noi ciò che ode nel grembo del Padre. E’ il Padre la sua dimora, la sua casa; venendo a noi, lo Spirito porta con sé l’impronta, il sigillo di quella dimora, di quel luogo di comunione infinita, che è il seno del Padre. E noi capiamo bene che quella è la nostra casa; riconosciamo il luogo della nostra origine e del nostro fine. Riscopriamo, ricevendo lo Spirito di Gesù, che anche noi veniamo dal Padre, che da Lui nasciamo e in Lui viviamo. Se cerchiamo noi stessi, se vogliamo ritrovare la via, il senso del nostro vivere qui, tutto questo sta scritto nelle parole che lo Spirito pronuncia per noi, dentro di noi, riguardo a noi. Occorre davvero un grande silenzio per poterle ascoltare, per comprenderle. Occorre ritornare a casa, ripensare finalmente a nostro Padre e dire, dentro di noi: “Sì, basta ormai! Troppo tempo ho vagato lontano, già mi sono perso… Tornerò da mio Padre”. Vedo quante meraviglie può operare lo Spirito della verità, che il mio Signore Gesù Cristo manda a me dal Padre. Non sarà Pentecoste, se non mi lascerò prendere da Lui, portare con Lui fino al grembo del Padre, dove già mi attende il Cristo, dove già arde per me il fuoco dello Spirito santo.
Lo Spirito parla di Gesù e usa le parole del Padre; egli ripete a noi ciò che ode nel grembo del Padre. E’ il Padre la sua dimora, la sua casa; venendo a noi, lo Spirito porta con sé l’impronta, il sigillo di quella dimora, di quel luogo di comunione infinita, che è il seno del Padre. E noi capiamo bene che quella è la nostra casa; riconosciamo il luogo della nostra origine e del nostro fine. Riscopriamo, ricevendo lo Spirito di Gesù, che anche noi veniamo dal Padre, che da Lui nasciamo e in Lui viviamo. Se cerchiamo noi stessi, se vogliamo ritrovare la via, il senso del nostro vivere qui, tutto questo sta scritto nelle parole che lo Spirito pronuncia per noi, dentro di noi, riguardo a noi. Occorre davvero un grande silenzio per poterle ascoltare, per comprenderle. Occorre ritornare a casa, ripensare finalmente a nostro Padre e dire, dentro di noi: “Sì, basta ormai! Troppo tempo ho vagato lontano, già mi sono perso… Tornerò da mio Padre”. Vedo quante meraviglie può operare lo Spirito della verità, che il mio Signore Gesù Cristo manda a me dal Padre. Non sarà Pentecoste, se non mi lascerò prendere da Lui, portare con Lui fino al grembo del Padre, dove già mi attende il Cristo, dove già arde per me il fuoco dello Spirito santo.
6. Un momento di preghiera
Ecco, questo è forse il momento più
bello della lectio, è come raggiungere la vetta e poter contemplare da
quassù tutto il paesaggio della salita compiuta; è poter riposare nella
pace del cuore, nella gioia per i doni ricevuti e per gli impegni
presi, in questo nuovo inizio di vita. Mi faccio aiutare dalle parole
di un salmo:
Salmo 68 (La tenerezza del Padre è la dimora del povero)
Rit. Abbà Padre, sono tuo figlio!
Signore, io innalzo a te la mia preghiera,
nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie!
Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
lo esalterò con azioni di grazie!
Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.
Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.
i mari e quanto in essi si muove.
Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.
7. Preghiera finale
Grazie, o Padre, per la venuta del
Consolatore, dell’Avvocato; grazie per la sua testimonianza su Gesù nel
mondo e in me, nella mia vita. Grazie, perché è Lui che mi rende capace
di ricevere e di portare il peso glorioso del tuo Figlio e mio
Signore. Grazie, perché egli mi guida nella verità, mi consegna alla
verità tutta intera e mi rivela le parole che Tu stesso pronunci.
Grazie, Padre mio, perché nella tua bontà e tenerezza tu mi hai
raggiunto, oggi e mi hai attirato a te, mi hai fatto entrare nella casa
del tuo cuore; mi hai immerso nel fuoco d’amore trinitario, dove tu e
il Figlio Gesù siete una cosa sola nel bacio infinito dello Spirito
santo. Qui sono anch’io e per questo la mia gioia è traboccante. Ti
prego, Padre, fa’ che io doni a tutti questa gioia, nella testimonianza
amorosa di Gesù salvatore, in ogni giorno della mia vita. Amen.
da \ O.Carm
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